Dopo anni di singoli di successo e freestyle, nonché una carriera come doppiatore e diverse apparizioni televisive, l’artista di Torino Shade torna con un nuovo album intitolato “Diversamente triste”. Questo lavoro, recentemente anticipato dal singolo “Per sempre mai” in collaborazione con l’amica e collega Federica Carta e prima ancora da “Tori seduti” con J-Ax, esce per Epic Records/Sony Music. Nonostante abbia già ottenuto 12 dischi di platino e 4 d’oro, Vito Ventura, in arte Shade, continua ad avere la voglia di fare nuova musica.
Il titolo stesso dell’album, insieme all’immagine di copertina, ci suggeriscono un intreccio di alti e bassi, di gioie e disillusioni. L’artista ci confida che non bisogna aspettarsi nulla e non farsi illusioni. “Diversamente triste” è un album variopinto che mescola hit commerciali con brani più profondi e personali.
Durante questi cinque anni sono successe molte cose, racconta il rapper torinese: una maturazione personale, momenti difficili, perdite affettive e personali. Occorre quindi indossare un sorriso anche quando si vorrebbe crollare, non per mettere una maschera, ma per strappare un sorriso agli altri. Shade si considera un “fratello maggiore” per i suoi giovani fan. Nonostante non sia un vero e proprio concept album, c’è comunque un filo rosso che lega le emozioni e gli alti e bassi dell’album.
La traccia d’apertura, “Iron Man”, simboleggia l’eroe che si sacrifica per gli altri. Il brano parla della fine di una relazione lunga in cui ci si annulla per il bene dell’altro. “Tutto quello che ho” emoziona con una dolce e struggente dedica ad una figura paterna.
“Ex” è il brano più “ignorante” dell’album, come lo definisce lo stesso artista. È fresco e attuale, con la collaborazione di Vegas Jones e Giaime. In “Promesse”, Shade ritorna alle origini collaborando con Madman. È interessante notare che tutte le collaborazioni siano con rapper molto abili dal punto di vista delle metriche e del flow.
Shade non ha riempito l’album di collaborazioni come spesso accade ultimamente. Ci sono sì delle featuring, ma l’artista rivela che sono nate in modo molto naturale. Scherza addirittura sul fatto di aver dovuto riscrivere alcune parti per essere all’altezza delle collaborazioni. L’album presenta quindi importanti collaborazioni (oltre a Madman, Giaime e Vegas Jones, ci sono anche Dani Faiv e Nerone in “Sopra di te”), così come collaborazioni nella produzione e nella musica con Bassi Maestro, Andry the Hitmaker, Jaro, e molti altri. Nonostante ciò, l’album non tradisce affatto la sua identità, anzi la riscopre.
Shade cerca il successo a lungo termine, la coerenza con se stesso. Si paragona a un fiore di loto da depurare. Nel suo album, fa coesistere umori opposti e influenze musicali diverse, unendo l’anima commerciale con quella old school. Ad esempio, “Fenice” è un brano che parla di caduta e rinascita in modo orecchiabile e ritmato.
L’album si conclude con “God Mode Freestyle”, a sottolineare il ritorno al rap, la musica che diverte Shade e lo fa stare bene.
Articolo a cura di Marco Conte!