Jd: Piacere Jd! Io sono quello di Exclusive Magazine che oggi avrà questo bell’onore di farti le domande. Aspettati delle domande diverse dal solito!
Icy Subzero: Devi essere spietato, devo proprio uscire da qua con le goccioline di sudore!
Jd: Ma in realtà neanche troppo spietato, l’unica cosa che sarà che troverai delle domande poste in una maniera diversa da come sei abituato ad averle poste.
Icy: Guarda ti dico una cosa: io ho fatto quattro interviste ieri e non mi piace essere ripetitivo. Quindi se mi fai delle domande che mi portano a tirare fuori qualcosa di nuovo sono solo più che contento!
Jd: E allora speriamo di sì! Allora partiamo dalla prima, che sfortunatamente o fortunatamente, dovrà essere poco originale, perché quello che ti andrò a chiedere è…
Icy: Come ho iniziato a fare musica!
Jd: No no, in realtà no. Ti sto andando a chiedere: dato che è importante per un artista, soprattutto nel rap, potersi scegliere il proprio nome, perché penso che sia una delle poche realtà che ti permetta di farlo al naturale, ti chiedo qual’è stata la storia che c’è stata dietro il tuo nome.
Icy: Allora guarda, ti confesso che sì, ovviamente me l’hanno già chiesto, ma di base perché è abbastanza strano. Ti dico, che come purtroppo ho già detto, non c’è un significato filosofico o un concept figo dietro al mio nome, semplicemente è nato in maniera super naturale. Io avevo diciassette anni, avevo appena iniziato a rappare, forse ero stato 1 volta in studio per farti capire, e quindi cercavo sto cazzo di nome da rapper, perché nella mia testa “ero andato in studio e mi serviva il nome da rapper”, proprio starter pack. Praticamente stavo giocando con un mio amico a Mortal Kombat, che sicuramente tu che sei un po’ più grandicello lo conosci, e c’era un personaggio che si chiamava Subzero. Era pure scarso Subzero, a me piaceva di più Scorpion, però visto che era tutto figo, ghiacciato, con la maschera, mi sembrava figo. È bruttissimo il significato; quando magari lo dico a qualcuno di voi adulti mi fa “Ah ma che vuol dire ‘sottozero’?” io rispondo “Sì, vuol dire quello ma lascia perdere il significato, è proprio una questione di fonetica che mi piaceva”. Poi Icy l’ho messo perché Subzero suonava bene per il concetto del ghiaccio, anche se non è una cosa che ho mai immaginato. La prima cosa che mi ha proposto un’etichetta, quando sono entrato, è stata “facciamo una cosa legata al ghiaccio” io rispondo “ma chi vi si incula, mi chiamo Subzero ma non voglio essere assolutamente associato ad un elemento che possa essere il ghiaccio, la terra, il fuoco, l’aria. È solo una cosa di fonetica”. Quindi purtroppo non c’è una storia filosofica dietro, però mi permetto di dire che suona veramente figo nelle canzoni.
Jd: Diciamo che la freschezza di cui stai andando a parlare la si trova appunto sia nel nome, quando lo dici dentro le canzoni, e poi sicuramente anche nell’ultimo brano “Un messaggio”. Volendo tornare indietro, proprio perché tu hai questo mood retrò e quindi puoi capirmi meglio, quando eri obbligato anni fa a mandare gli SMS e quindi era un danno avere pochi caratteri per poter esprimere i propri concetti. Io ti sto dicendo, di dare un messaggio rapido sulla canzone.
Icy: Minchia, eh c’hai ragione sei un bastardo ahahah!
Comunque un messaggio su un messaggio: reale e ti dico pure il perché. Non perché le altre che ho fatto uscire non lo siano, però perché in questa più che nelle mie ultime uscite, è uscito un Subzero con lo stesso sentimento di quando faceva le canzoni solo per sé stesso. È normale che dopo “EGO” e “MUJER”, prediligevo le uscite molto da “singolo” potente che potesse suonare un po’ per tutti. Diciamo che qua ci stanno tanto i fatti miei, per quanto io non li dica. Quello è reale e secondo me si percepisce anche dall’orecchio esterno, non solo da me che l’ho scritta.
Jd: Si percepisce anche quando magari qualcuno va più nel profondo ad analizzare il testo in sé. Per esempio prendiamo la frase “Non mi sentivo a casa neanche nella mia stanza”, in sé è forte. Quindi la domanda è al contrario: dov’è che adesso tu ti senti a casa tua?
Icy: Bella bella quella. Allora, per quanto è poco artistico dirlo, dopo aver fatto quasi 200 date in un anno sono sempre in tour, ora a casa mia mi sento proprio a casa ahah. Perché talmente tanto sono stato fuori casa che quasi adesso provo sollievo a stare a casa, però ti dico in realtà ti vorrei dire nello studio, ma nemmeno là mi sento a casa. Solo nel momento in cui sto da solo, e non sono per forza a casa, io mi sento sereno solo quando sto da solo e senza avere problemi esterni che mi influenzano il pensiero viaggio in un flusso di pensieri che può essere la vita, gli amici, le donne, i fatti miei, la salute, la musica. Quando sono fermo a pensare, quello è il mio momento di massimo relax; però non c’è un luogo fisico in cui io mi sento a casa. Ti ho detto, stando sempre in giro ora casa la sento sempre più casa perché ho cambiato tanti letti in cui dormire, docce in cui farmi la doccia che ora casa mia è casa mia. Però ti dico in realtà questo è il senso del perché ho iniziato a fare musica; ho iniziato proprio perché era un autoanalisi per cercare me stesso. Mi sono sempre sentito fuori luogo in ogni contesto, anche se sono bravissimo ad immedesimarmi nei contesti. Tu mi puoi mettere dove cazzo ti pare: ad un tavolo con avvocati, ad un tavolo di banditi, ad un tavolo di bravi ragazzi, bravi ragazze, peggiori troie o infami tu dove mi metti io so stare, questo te lo dico come Matteo, non Subzero. Però questo saper stare da tutte le parti non mi ha mai fatto capire dove io volessi stare davvero e quindi non ho mai trovato un posto che sentissi mio e forse la musica è l’unica cosa che ha creato un po’ il mio mondo; infatti il mio logo è Icy WRLD proprio per quello.
Jd: Parlando di musica e molte cose hai parlato di autoanalisi. Sempre agganciandomi alla frase che hai messo all’interno della tua canzone che dice testualmente: “Ti scrivo un messaggio solo per cancellarlo” e anche quella è una grande autoanalisi istantanea. Ti stavo proprio per chiedere, guarda caso, l’ultima volta che ti è capitato di scrivere un messaggio e poi cancellarlo
Icy: Guarda ti faccio una piccola premessa: io questo pezzo l’ho scritto in due momenti diversi della mia vita. L’idea di base, tra cui la frase che hai citato tu che sta all’inizio del pezzo, l’ho scritta in un primo momento 3 o 4 mesi fa. Tu considera che in quel momento quelle cose che stavo raccontando non erano proprio legate a quel periodo. Nel pezzo parlo di un amore non corrisposto, o comunque di una sofferenza d’amore a grandi linee, però in quel momento non c’era quella cosa nella mia vita. il pezzo nasce da flashback che mi è venuto. A distanza di 3 mesi ti dico che esattamente ora mi ritrovo nella condizione di ciò che ho scritto 3 mesi fa e infatti la seconda strofa, nonostante l’abbia fatta a distanza di tempo è super coerente proprio per quello, perché lì era un’emozione che mi era passata per la mente, adesso è proprio la realtà. Per rispondere a questa domanda, ti dico letteralmente due giorni fa ho scritto due poemi, in cui dico le peggio cose, sulle note che però non ho mandato, mi sono detto “No forse è meglio che questa cosa non la mando”. Quindi “Ti scrivo un messaggio solo per cancellarlo” è stato due giorni fa.
Jd: Direi che più contestualizzato di così non poteva essere.
Icy: Sì ti devo fare questa premessa proprio per farti capire quanto era attuale la cosa e quanto è assurdo che l’ho scritto tre mesi fa e mi sono letto praticamente le carte.
Jd: Cambiando totalmente discorso e argomento, si sa che al giorno d’oggi anche la parte visiva è importante quando si va a promuovere o comunque a far conoscere un brano o qualsiasi progetto che uno voglia. Guardando la copertina balza subito all’occhio il fatto che la tua faccia si vede e non si vede. Come mai questa scelta?
Icy: Allora, io ti dico la verità: se vedi il mio profilo, tu non vedrai mai bene la mia faccia. capita la foto completamente scoperto, però di base sono sempre un po’ coperto e ti dico la verità: non lo so perché, dato che nella vita sono uno che non gliene frega un cazzo, un po’ mi danno fastidio le telecamere, per esempio la foto a fototessera mi sta sul cazzo, un po’ mi piacciono i cappelli, quindi mi piace sempre essere coperto. Non c’è un motivo in realtà, sono proprio io così, ma non solo questa copertina; in tutto quello che troverai di mio io ho sempre il cappello, gli occhiali, sono sempre super coperto, è una roba proprio di identità mia che la vivo tutti i giorni. Non mi vedrai mai uscire di casa scoperto, sono sempre mezzo sotto copertura; ma in realtà non è una cosa voluta, sono proprio io fatto così. Non ho assolutamente l’esigenza di mostrarmi completamente scoperto.
Jd: Lasci parlare la tua musica.
Icy: Sì però non sono uno che si nasconde tipo thasup o Junior Cally. Mi si vede in faccia, non ho problemi. Nella mia vita mi metto gli occhiali, il cappello, è una roba swag, di stile.
Jd. Unisco due domande che avevo in mente: hai parlato di “EGO”, quindi anche in maniera velata del fatto che da lì o poco dopo è cambiata parte della tua carriera e quindi gli ascolti. La mia domanda è, come ti fa sentire il fatto che ogni mese ci sono milioni di persone che ti ascoltano e ti hanno ascoltato?
La seconda, d’altra parte, è sapere: se tu dovessi mandare un messaggio al te stesso di dieci anni fa, cosa diresti in relazione a quello che ti sta succedendo adesso?
Icy: Gli direi sicuramente, che è una cosa che realmente mi hanno detto, però mi piacerebbe proprio tornare indietro nel tempo e dirgliela io a me stesso, ovvero che quando ti metti in un percorso, di qualunque tipo esso sia, non devi farti proprio condizionare da ciò che succede nel viaggio. In realtà la sosta inaspettata o la ruota bucata o la pausa caffè per colpa di chi ti sta accanto, magari tu non hai voglia di fermarti, però in quel momento c’è una sosta che non dipende da te, devi capire che fa parte del viaggio e serve ad arrivare alla meta. A me sono successe tante cose assurde, “EGO” non doveva uscire, il mio EP si doveva chiamare in un altro modo, poi per una serie di vicissitudini in quel momento negative, una serie di cose che dici “Ma perché sta succedendo questa cosa? Io non volevo questo ma quest’altro”. Se io analizzo tutte le cose positive, e soprattutto negative, del mio piccolo percorso fino ad ora, sono servite tutte quante a portarmi a quello che era la meta che avevo in testa e che continuo ad averla. Se adesso mi succede qualcosa di negativo, che sul momento mi può sembrare la cosa peggiore del mondo, ho imparato ad accettarla perché so che alla fine è solamente un puntino. Sai la Settimana Enigmistica, dove c’è il gioco dei puntini con i numeretti che, uniti, formano una figura? Ho capito che tutto quello che mi succede è un puntino di un disegno più grande che potrò vedere solamente quando sarò lontano da quelle cose che sono quindi necessarie. Io sono una persona molto ansiosa, sono molto sicuro e molto ansioso; la mattina mi sveglio e sono il capo del mondo, il giorno dopo mi sveglio e sono una merda. Mi direi questa cosa per consigliarmi di non farmi influenzare dalle cose che succedono, perché sono proprio il puntino di un disegno che vedrò alla fine. Dal momento che capisci questo, tutte le cose che sono successe non le puoi cambiare, se servono per arrivare dove vuoi andare.
Jd: Il tuo ego sul fatto degli ascolti come va?
Icy: Allora, in realtà se tu ci pensi, dei pischelli di nuova generazione levato l’hype e la percezione, perché quello è al di fuori di noi. Magari c’è un’artista che fa una canzone, ne parlano tutti per altri motivi; a livello di ascolti,di quelli nuovi usciti nell’ultimo anno e mezzo, penso che sono nella top tre di quello che fa più ascolti. Però non me ne fotte un cazzo, non sono soddisfatto perché “EGO” ha milioni di ascolti, ma non è quello l’importante. Il numero non è tutto, perché appunto c’è tutto il discorso della percezione e di quello che tu trasmetti alla gente. Io posso fare pure 100 milioni domani, ma ti assicuro che non sarei comunque felice come se ne facessi 10, ma che quei 10 hanno capito perfettamente quello che io sto dicendo e si sono affezionati a quello che c’è dietro. Ti dico, la fortuna è che chi si affeziona a me è perché magari vede che io dico delle cose che possono sembrare anche banali in alcuni momenti, o comunque leggere, però in realtà alcuni lo percepiscono che sotto c’è tanto. Ti assicuro, sotto c’è tanto, però non lo dico mai in maniera esplicita, lo dico sempre in modo generalizzato. Quella frase io la posso dire in un modo, o nell’altro modo e l’altro in un altro modo, però c’è quella cosa sotto e quando qualcuno lo capisce si affeziona e tanto. Ho gente che si è tanto affezionata, per quanto la mia carriera sia iniziata l’altro ieri e il mio pubblico è ancora una pozzanghera, però lì ci stanno belle gocce d’acqua che hanno capito tutto.
Jd: In attesa dell’acquazzone siamo arrivati al termine di questa intervista e delle mie domande.
Icy: Domande fighissime comunque, non mi hai messo in difficoltà, però è difficile rispondere alla domanda in una maniera figa tanto quanto la domanda.
Jd: Insomma però ci hai giocato bene! Ma non è finito il gioco, perché come hai detto fino alla fine ti voglio mettere in difficoltà, perché ti chiedo di salutare e ringraziare chi vuoi, però devi dire esattamente il contrario di quello che pensi a quelle persone lì.
Icy: Allor io saluto e non ringrazio Exclusive Magazine prima cosa! Dico a tutti quelli che hanno il modo di leggere quello che ho detto oggi, che non si devono preoccupare di me, che non devono temere e che tutto quello che dovevo dare io l’ho dato. Tutto al contrario eh ahahaha!
Intervista a cura di JdOnTheBeat e revisione a cura di Francesca Nicoletti!