– Da dove nasce l’idea del titolo dell’EP? Ha un significato per te?
– Sì, è un numero che nell’ultimo periodo per me è stato molto ricorrente, nel senso che l’ho visto spesso, targhe di auto, numero di telefono, orario, e di conseguenza mi ha incuriosito; ho poi scoperto che il “555” fosse un numero angelico che simboleggia tante cose, come cambiamento, crescita personale e di conseguenza ho pensato potesse “fittare” bene con il concept dell’EP
– Da dove deriva la scelta dei titoli? Come mai tutti così corti e come mai tutti dedicati ad uno certo stato di malessere? E’ stato un caso siano venuti fuori tutti e quattro titoli inerenti al malessere?
– Inizialmente è stato un caso, perché il brano “crisi” doveva chiamarsi diversamente; quando successivamente abbiamo delineato tutti i titoli dell’EP mi sono resa conto di come potesse sembrare il racconto di un processo, che comincia con la febbre e successivamente affronta tutte le varie fasi del malessere
– La fine dell’EP lo vedi come un loop che si attorciglia su sè stesso e rinizia da capo o lo vedi come qualcosa che veramente potrà essere diverso, che possa davvero essere un voltare pagina?
– Sto lavorando a cose nuove, e la mia musica è molto umorale, vivo la canzone in quel momento, non c’è niente di schematico. Proprio per questo non so minimamente cosa aspettarmi di nuovo dalle prossime uscite, ma so sicuramente e spero che non sarà un nuovo malessere, perché voglio uscirne con tutta me stessa
– Come avviene il processo creativo col quale hai lavorato a questo disco?
Il sound L’EP è nato tutto assieme col mio produttore, Giacomo Greco. i singoli brani sono invece stati scritti lo scorso anno, dopo varie session di scrittura in collaborazione con autori e produttori con i quali non avevo mai lavorato. non c’è una modalità con la quale si scrive, dipende da cosa succede nello studio, da che cosa siamo mossi o ispirati. tendo a guidare la session – in quanto a tematica e mood e poi tutti insieme lavoriamo per il bene della canzone. si può partire da un accordo, da una melodia, da una frase.
– Com’è nata la copertina del disco?
– Abbiamo scattato alcune foto per creare un mood completo, di conseguenza una serie di foto. Lo stylist con cui ho lavorato mi ha spinto lui stesso ad un cambiamento, ad un rischio estetico, uscendo da quella che fosse la mia comfort zone, lavorando molto su questa mia componente scorpionica, cercando di far emergere quella mia caratteristica umana
Intervista a cura di Samuele Meante!