Qual è stato il processo creativo dietro ai brani dell’Ep?
Il processo creativo ha riguardato me in primissimo piano, nel senso che mi sono letteralmente rinchiuso in studio per diversi mesi in modo tale da mantenere il flusso e la concentrazione riguardo ad un progetto che necessitava di tanti collegamenti tra un pezzo e l’altro. Per questo motivo l’ho vissuta in maniera abbastanza estenuante ma sono molto soddisfatto del risultato ottenuto, c’è davvero tanta ricerca sulla mia personalità ed ho sviluppato un metodo ancora più efficace per fare arte alla mia maniera.
È giusto se sosteniamo che nell’Ep ci sono degli esperimenti dal punto di vista vocale e da come viene fatta giocare la voce con gli altri strumenti del brano?
Credo che la sperimentazione sia alla base del mio metodo, cerco sempre di dare un qualcosa di diverso andando incontro alle mie necessità artistiche ed alle necessità del pubblico. Quindi la risposta è si, ho cercato di rendere ancora più diretto il rapporto tra la voce e la strumentale. Ormai la competizione è altissima e bisogna differenziarsi dagli altri con ogni metodologia possibile e nel mio caso ho azzardato con metriche e con top line anche complesse accompagnate da strumentali melodiche, eleganti ed introspettive.
Come mai è stata effettuata la scelta di trattare d’amore nella maggior parte dei brani? Immagino sia un sentimento molto presente attualmente per l’artista
Mi ritengo una persona romantica e passionale, credo fermamente che l’amore sia il sentimento in grado di smuovere un po’ tutto il mondo. Nel mio EP questa emozione svolge un ruolo primario, ma in generale, se voglio parlare di un’altra dinamica, cerco comunque di farlo emergere come seconda o terza chiave di lettura. Per me è fondamentale e difficilmente ne posso fare a meno.
A chi vuole parlare questo progetto?
A tutte quelle persone che come me hanno fatto degli sbagli, si sono sentite impotenti, indifese, o senza una guida specifica. Voglio solamente fare arrivare il concetto che essere umani è bellissimo, nel bene e nel male, e che uscire dal guscio premierà sempre di più che restare rinchiusi nella propria torre d’avorio. Nei miei pezzi cerco di essere il più sincero e umano possibile in modo tale da coinvolgere chi come me ha vissuto un certo tipo di esperienze ed emozioni. Mi piace dire che questo EP è dedicato ai sognatori ed alle sognatrici, come me.
Quali sono state le maggiori sensazioni provate dall’artista durante il lavoro di questo Ep?
Se devo essere sincero, ho provato molta angoscia perché, come detto precedentemente, mi sono rinchiuso diversi mesi in studio uscendo pochissimo. Per me l’arte, e quindi la musica, è una cosa seria e mi sento quasi obbligato a dover dare ogni volta il meglio di me. Ho voluto strutturare il progetto con una lunga serie di collegamenti l’uno con l’altro e per fare ciò ho avuto poco tempo e mi sono dovuto rimboccare le maniche ed essere il più efficace possibile. Risentirlo adesso però mi riempie di orgoglio, sono molto contento di aver coinvolto l’orchestra nella maggior parte dei miei pezzi.
Intervista a cura di Samuele Meante!