Ciao Daycol, grazie per averci concesso quest’intervista. Abbiamo avuto il piacere di ascoltare in anteprima il tuo nuovo progetto intitolato “Questo non è un cane / Domo”. Nel corso della tua carriera sono state molte le fasi del processo creativo che ti hanno contraddistinto. Quanto è importante continuare a contraddistinguersi nel panorama musicale attuale?
Credo che ogni individuo abbia una propria singolarità che lo contraddistingue, omologarsi equivale a vendere lo stesso prodotto che stanno già vendendo altri, per un po’ può anche funzionare, ma a lungo termine la concorrenza sarà spietata. Ogni artista deve avere il coraggio e la fortuna di sentirsi libero per definirsi tale.
Proprio in virtù alle varie fasi del processo creativo, qual è il tuo modus operandi nello scrivere / lavorare ad un brano? Adotti un modus costante o preferisci sperimentare altri metodi e processi?
Solitamente sono due gli approcci che utilizzo: A scrivo sul telefono o registro una melodia sulle note e poi la giro a Gian Flores per vedere se può funzionare. B aspetto la produzione e provo diverse metriche e tecniche di rap per vedere se e quali possono funzionare. Il processo creativo invece viene stimolato da fattori esterni che incrementano la mia immaginazione e il mio sapere. In base ad arte, libri, cinema e vissuto riesco a raccontare la mia storia.
Parlando invece dell’ambito discografico, quali sono state le tappe della tua carriera che ti hanno portato a scegliere di restare sempre più legato all’underground? C’è stata una fase della tua carriera dove hai pensato che il tuo percorso potesse indirizzarsi verso un pubblico più ampio?
Ricordo che con “Mr nessuno” abbiamo avuto la possibilità di firmare con una major, ma decidemmo di rifiutare il contratto e tornare in macchina da Milano verso San Benedetto del Tronto con la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta per proseguire il nostro percorso e dare longevità alle nostre idee.
Il tuo percorso artistico è stato contrassegnato da tappe fondamentali e collaborazioni significative. A tal proposito, puoi raccontarci com’è nato il brano “Fragole e Miele” in collaborazione con Murubutu? Avete mai pensato ad un futuro progetto assieme sulla falsariga di “Infernvm”?
Ricordo che quando uscì il disco nella sua prima forma Alessio mi disse che “Fragole e Miele” era tra le sue tracce preferite, quindi è stata molto semplice l’assegnazione del brano in questo caso. Parliamo spesso di un secondo progetto insieme, sicuramente avremo tempo e modo di portare a termine qualcosa di sfizioso.
Negli ultimi anni gli ascoltatori italiani hanno richiesto sempre più artisti con “una buona penna”. All’interno della nuova scena con quale artista che rispecchia queste qualità collaboreresti?
Leon Faun mi piace molto, credo che stia rappresentando al meglio il suo immaginario. Ci sono anche altri artisti meno conosciuti che reputo molto forti come SPH – Djomi – Filkoy e Sesto Carnera.
E’ cambiato il tuo modo di vedere ed interpretare il mondo e la società attorno a te rispetto all’inizio della tua carriera? Quanto ciò finisce ad influenzare i tuoi testi?
Sicuramente crescendo le priorità sono diverse, quando hai una famiglia o comunque stai cercando di costruirne una inizi a pensare al futuro provando però a vivere sempre al massimo il presente. Tutte le scelte fatte nella vita mi hanno portato dove sono ora e a scrivere in questo modo.
Da dove nasce la scelta di lavorare ad un progetto già uscito arricchendolo di featuring e alcuni inediti rispetto alla pubblicazione di un nuovo disco di soli inediti?
Avevo già in cantiere diversi brani prima che uscisse la prima versione di QNEUC, erano stati accantonati per poter rendere il progetto omogeneo. Rimettendoci poi le mani sopra ci siamo accorti che si poteva creare qualcosa di nuovo e innovativo come versione deluxe. Volevamo dare nuova vita a questo disco rendendolo ricco di amici e nuove storie. Credo che un disco abbia più vite e più fasi di evoluzione.
Nei brani si sente molto spesso un richiamo a situazioni passate, sia nell’utilizzo di terminologie come “mi ricordo quando”, sia come “vengo da dove”; possiamo dire che Claver Gold sia forse l’artista che attualmente nel panorama italiano sia in grado di raccontare sempre in pillole e con immagini le situazioni e le sue sensazioni passate?
Nel corso degli anni sono riuscito ad analizzare il passato e creare una mia versione dei fatti, così personale che non può essere giudicata o ferita da terzi. Questo non è un cane appunto, è solo il suo ritratto e la storia di lui che io ho deciso di raccontare, non può essere smentita.
In esclusiva per Exclusive Magazine ci racconteresti qualche aneddoto legato a “Questo non è un cane / Domo”?
Ho chiesto un feat a Caparezza ma mi ha rimbalzato per motivi personali che non sto qui a raccontare. Gli auguro il meglio 🤍
Ti ringraziamo per il tempo a noi dedicato e concludendo l’intervista, ti invitiamo a salutare i lettori di Exclusive Magazine, ai quali consigliamo l’ascolto di “Questo non è un cane / Domo”.
Un saluto e un abbraccio a tutti i lettori di Exclusive Magazine, ascoltate il nuovo disco che ci sono delle belle bombette.
Intervista a cura di Samuele Meante!