Ciao Jelecrois, intanto ti ringraziamo come Exclusive Magazine per la chiacchierata che faremo, per iniziare ti vorrei chiedere come stai dopo l’uscita del tuo EP?
Bene dai, grazie mille. Di carattere sono una che non si accontenta mai di ciò che fa. Sono quel tipo di cantante che non appena fa un progetto pensa subito al dopo, non mi fermo mai sul singolo episodio.
Secondo me, Nuova Scena è stato un progetto molto interessante, secondo te idee come quella possono aiutare l’Italia a livello musicale?
Per me Nuova Scena è stato un esercizio di stile, fin dall’inizio ho voluto dimostrare la mia personalità. Secondo me, in Italia, manca questo tipo di mentalità e si cerca troppo la hit, meno la persona. Volevo cercare di essere autentica. Questo tipo di progetto può aiutare, forse, coloro che non hanno il coraggio di essere se stessi e pensano solo al mercato ed alle hit. Io voglio essere me stessa, cerco la mia identità.
Pensi mai a cosa avresti fatto se non avessi fatto le scelte che hai fatto?
Io di persona sono molto istintiva, faccio sempre quello che penso. Non mi pento mai perché faccio sempre ciò che voglio fare. Le scelte che faccio non mi pento perché sono sempre mie, non potrei mai pentirmene perché sono sempre io a farle. Sono istintiva, faccio ciò che penso sia giusto per me.
Come artista sei molto duttile, sai tranquillamente cambiare sound e velocità. Quale genere musicale ti rappresenta di più?
Domanda difficilissima, quasi ho il problema nel ‘identificarmi come qualcosa. Io nella vita reale ho la stessa foga che si sente nel progetto. Se devo esprimere contenuti ho la mia sfera conscious che si nota più, per esempio, nel pezzo con Madame. Quando voglio esprimere concetti mi spiego forse meglio con l’italiano. In napoletano faccio più esercizio di stile.
MVP come progetto cosa rappresenta per te?
È la presentazione della mia persona, del mio carattere e del mio esercizio di stile. Volevo che fosse una cosa identitaria, che mi rappresentasse appieno e credo che questo progetto lo faccia appieno. Questo è il mio primo biglietto da visita. Se avessi cacciato una roba più concettuale non sarei riuscita a descrivermi come ho fatto con questo EP.
Il progetto è stato realizzato per essere suonato dove? Te lo immagini farlo live o preferiresti sentirlo in radio?
Live ovviamente, credo che questo progetto sia troppo ricercato per essere trasmesso in radio. Il tutto è stato creato in ottica live, il mio obiettivo è stato quello di fare un tape per fare una performance live. Credo che la parte live è la mia parte più forte, avevo necessità di fare robe da suonare durante gli eventi.
L’idea della copertina come nasce? Quando la guardo mi trasmette tante emozioni, quale volevi trasmettere tu?
Il mio primo EP si chiama “MVP” perché obiettivamente come rapper ho trovato nel rap questo meccanismo di sblocco per uscire dalla strada. Per me gli MVP sono quelli che nascono dalle case popolari e, seppur nel loro piccolo, fanno qualcosa. Si chiama così perché voglio raccontare la storia di chi viene dal nulla ma vuole farcela.
C’è una canzone all’interno del EP che più ti rappresenta?
Allora secondo me quella che mi rappresenta di più è la prima. Mi rappresenta perché sono una persona super patriottica di Napoli e voglio difendere la mia città. Quella che, invece, mii piace di più è MVP perché è un esercizio di stile. Il progetto in generale è super freestyle, tutto quanto fatto in poco tempo.
Quale consiglio daresti ai giovani che si avvicinano a questo genere?
La cosa che poi mi ha aiutato è avere uno spazio creativo personale, economicamente non ci vuole tanto. Penso sia questo il consiglio che darei a chi si avvicina al fare musica. Si risparmia e penso che possa aiutare. Ti aiuta ad allenarti e di non farti perdere tempo in studio.
Noi di Exclusive ti ringraziamo per l’intervista e ti chiediamo di salutare coloro che ti hanno aiutata ad essere quella che sei oggi.
Ringrazio sicuramente i ragazzi che ballano con me che mi seguono da sempre, lo facevano da quando avevo 300 view e sarò sempre grata a loro. Ringrazio anche alla mia famiglia che non ci ha mai creduto, il loro non averci mai creduto era perché era un mondo strano e pensavano non potesse appartenermi, il loro modo di fare mi ha dato la mia cazzimma. Saluto anche miei amici perché praticamente viviamo in studio, questa unione ci da una carica in più. Sono il mio mondo.
Intervista a cura di Perseo Gatti!