Ciao Ivan! Noi di Exclusive Magazine ti ringraziamo tantissimo per essere qui con noi. Volevo chiederti: come stai?
Abbastanza bene dai!
Com’è nato il tuo nuovo progetto “Famiglia”?
L’idea è nata un po’ di anni fa, avevo l’esigenza di fare una sorta di disco autobiografico perché volevo che gli altri si immedesimassero nelle storie che racconto. La vita è un po’ simile per tutti, viviamo tutti quasi le stesse esperienze. In più ci tenevo tantissimo a raccontare la mia vita e le mie forme d’amore; ci sono tracce che raccontano delusioni, successi, storie d’amore che ho vissuto in prima persona. È un disco molto vero.
Cosa devi alla tua famiglia?
Penso che devo proprio tutto alla mia famiglia, partendo dai miei genitori che mi hanno cresciuto con grossi valori, per poi arrivare alla mia anima gemella: mia moglie mi ha migliorato la vita, mi ha regalato due bambini che sono la mia felicità, “O’ senso da’ vita” come dico nell’ultima traccia di questo disco. Penso che la famiglia sia il porto sicuro, perché a prescindere da qualsiasi problema che ti capiti nella vita, arrivi a casa e c’è la tua famiglia. La famiglia è, come dico nella prima traccia, “una cosa importante”.
A proposito dell’ultima traccia, è stato bello il fatto che parli della tua famiglia, ma soprattutto la rendi partecipe. Oltre a chiederti com’è nato il pezzo, sono curiosa di sapere se pensi di aver lasciato un segno nell’animo dei tuoi figli
Sì esatto. C’è questo messaggino dei miei bambini che mi hanno mandato quando ero fuori per lavoro e questo skit che inizialmente dovevo interpretare io, ma ho preferito farla esprimere a mia moglie. Innanzitutto l’idea è nata da un’ispirazione, ho scritto il brano ed è uscito molto bello. È stato molto bello coinvolgere anche mia moglie, perché “O’ senso da’ vita” parla dei figli miei ma i miei bambini non sono solo miei; mi sembrava giusto coinvolgere anche lei, sebbene sia stata una lotta perché mia moglie fa tutt’altro nella vita. La cosa emozionante è stata l’emozione dei miei figli quando hanno ascoltato la traccia, perché sentire due bambini che ti dicono “è bellissima, ci siamo emozionati” mi rende molto orgoglioso. Mi ricordo che in quel momento ero da mia mamma e, assieme a mio padre, mia sorella, mia moglie e i miei figli, abbiamo ascoltato insieme la canzone per la prima volta. È stato un momento davvero emozionante.
Hai realizzato anche una traccia assieme a tuo papà. Com’è stato?
Desideravo da sempre cantare con il mio papà, dato che è un interprete di canzoni classiche napoletane ed è grazie a lui se faccio questo, perché è stato lui a trasmettermi questa passione. Abbiamo pensato fin da sempre di omaggiarlo, di ringraziarlo per questo amore per la musica che mi ha trasmesso. Questo era il disco giusto in cui concretizzare quest’idea, dato che ha come concept principale la famiglia; per questo ho voluto con me mio padre nella traccia “Mari’”. Canzone che tra l’altro l’ho pensata come se fosse una composizione, se ci riferiamo alla topline che canta papà; topline pensata alla anni ‘70, ispirata al vecchio modo di comporre la musica napoletana, come facevano Mario Merola e Sergio Bruni. È venuta fuori una bellissima visione, ovvero tenere il mood vecchia generazione su una strumentale molto contemporanea; infatti Vinz Turner, il produttore del disco, ha fatto un lavoro molto meticoloso. Secondo me “Mari’” è una delle tracce più originali di “Famiglia” parlando a livello di sonorità e contaminazione; contaminare le due annate è stato molto divertente.
Qual è stata la reazione di tuo padre?
Papà è stato contentissimo, anzi non ci credeva nemmeno. La prima volta che gli ho accennato questa cosa l’ho fatto facendogli una sorpresa: ho trovato una scusa per farlo venire in studio e così gli ho comunicato che doveva cantare questa canzone. Mio padre pensava lo stessimo prendendo in giro, poi ha capito che non stavo scherzando e subito si è concentrato ad imparare il pezzo direttamente in studio e a cantarlo in one take; old school in modo estremo!
Capisco che “Mari’” non sia un pezzo indirizzato a tutti, soprattutto ai giovani dato che è difficile concepire un pezzo del genere. Ha un linguaggio napoletano antico, ma appositamente lo abbiamo pensato in questo modo e sicuramente non pretendo che possano assorbirlo; però non si sa mai, l’arte è sempre un punto interrogativo.
Pensi di aver reso fiero la tua famiglia?
Sicuramente ti dico, con questo disco ancora di più, anche se ho una famiglia molto compatta che mi segue da anni. Questa è una cosa che mi rende proprio felice: per me il successo è vedere la mia famiglia orgogliosa di me. Ormai l’hype è diventato come l’algoritmo di Instagram: anche se questo successo dovesse finire, hai sempre la famiglia al tuo fianco, a prescindere che tu sia Ivan Granatino o che tu non lo sia più.
Tornando sulla traccia con tuo padre: in un futuro, pensi di poter fare la stessa cosa con tuo figlio?
Non si sa mai ma non è una cosa che devo scegliere io; lo stesso è capitato con papà, sono stato io ad avere l’esigenza di cantare con lui. Io non so nemmeno se mio figlio vorrà fare questo nella vita, sebbene lo veda molto appassionato al ballo e alla musica, soprattutto a Michael Jackson e a Ghali. Molto spesso mio figlio è salito sul palco con me.
Se vorrà fare questo è una decisione che spetterà a lui, l’unica cosa che posso trasmettergli è la passione per la musica, insegnargli a non commettere gli stessi errori che ho fatto io; ovviamente gli darò una mano, ci metterò il mio per curare ogni dettaglio.
In “Parte e me” parli di una persona che è parte di te. Pensi di far parte della vita di qualcun altro?
Penso di far parte della vita di tantissime persone, in particolare dei miei fan. Questo perché ritengo che il mio punto di forza sia lo zoccolo duro: ho fan che mi seguono dal 2009 e non mi hanno mai tradito. Oggi il mercato della musica è cambiato tantissimo, l’hype che un’artista può avere si è ridotto a mesi; la mia fortuna è stata quella di crearmi una base solidale di fan fin da subito, c’è gente che mi vuole bene a prescindere da quello che io possa fare. Questo l’ho creato grazie alla musica.
Pensi di essere una famiglia per i tuoi fan?
Famiglia non sono solo mia moglie, i miei figli e i miei genitori, rappresenta chiunque mi sia vicino. Infatti con i miei fan ho un rapporto amichevole: prima che uscisse il disco, quando beccavo un mio fan, chiedevo loro pareri sulle tracce, come si fa tra amici. Questo rapporto lo percepisco anche nei miei concerti; a volte mi chiedono “ma non hai paura di scendere dal pubblico e che ti possano fare qualcosa?”, ma perché dovrebbero farmi qualcosa?
Sono un essere umano semplice come tutti. Questa è la sicurezza che faccio arrivare alle persone e questa fiducia la ottieni quando comunichi valori giusti: se comunichi l’amore e molti altri messaggi positivi, ai tuoi concerti viene gente che condivide le virtù trasmesse da te. Se comunichi messaggi negativi, invece, può venire gente contorta ed è lì che si scatenano i casini. Io sono tranquillo perché il pubblico dei miei concerti condivide il mio modo di fare musica. Certamente ho fatto canzoni più leggere, indirizzate verso il mainstream, ma non ho mai lanciato messaggi tossici; nei miei concerti viene fuori l’amore e la voglia di divertirsi.
Parlando di tour, tu sei impegnato con il tuo tour “Viene appriesso a me”.
Sì! Tour che è iniziato un po’ presto dato che ho fatto la teatrale e ho girato i club. Adesso invece sono in giro per i live in piazza. Il tour a breve si convertirà in un “Famiglia” tour 2024/25, dove appunto suonerò il mio album; tra l’altro la prima data ufficiale sarà il 14 settembre, il giorno del mio compleanno. Quest’anno compio 40 anni e, per l’occasione, ho voluto organizzare una bella festa dove non ci saranno solo amici e parenti, ma anche tutte le persone che mi hanno portato fin qui; sarà una festa che avrà come animazione il mio concerto all’arena Flegrea di Napoli e con grande gioia so dirti che è quasi sold out. Passeranno a trovarmi molti ospiti, dato che ho fatto molte collaborazioni nel corso degli anni Non vedo l’ora che arrivi questo giorno.
Ti ringraziamo ancora! Ti chiedo di salutare chi vuoi.
Saluto tutte le persone che beccano questa intervista, chi mi segue da sempre e saluto la big family: vi voglio un mondo di bene, grazie di esistere a tutti. Pompate questo disco, che io definisco diesel perché è stato fatto in maniera old school. Ormai ho la percezione che gli artisti vadano in studio e non tirino fuori l’anima, soffermandosi troppo su come andare virali su TikTok. Con molta naturalezza è venuta fuori l’arte e sono sicuro che a lungo termine mi darà tantissime soddisfazioni, come la canzone “Bella comme ‘a te”, che ho dedicato a mia moglie in un momento particolare delle nostre vite, diventata subito virale sui social. Per me è stata una sorpresa. Saluto anche tutto il team, che fa parte della famiglia!
A cura di Francesca Nicoletti!