Inutile girarci intorno, moda e stile cambiano negl’anni e anche parecchio. Questo vale per l’abbigliamento, per l’arredamento e ancora di più per la musica. Esempi? Negl’anni ’70 andava forte il rock dei Beatles e dei Rollin’ Stones, negl’80 quel rock classico cambia e i maggiori esponenti di questo panorama musicale sono gli U2, i Duran Duran, gli Spandau Ballet e tantissimi altri. Il rock successivamente passa di moda, o meglio si evolve e prende due piaghe: quella hard dettata da band iconiche come Iron Maiden e gli Ac/Dc, e quella pop che porta alla nascita di icone musicali come George Michael, Michael Jackson e Madonna. Nel frattempo in Italia si ascoltano parecchio questi artisti stranieri, ma gli autori italiani sono diversi e soprattutto più abili nel cantautorato. L’Italia però di distingue negl’anni ’90 grazie al fenomeno della musica disco-dance dove grazie a personaggi come gli Eiffel 65, Robert Miles, Corona e tanti altri, il mercato musicale italiano diventa globale.
L’analisi di oggi infatti, partirà proprio dalla globalizzazione della musica. Grazie al fenomeno social e all’era digitale musicale nasce il trend, un po’ quello che nel campo della moda chiamiamo stile.
Il trend del 21º secolo è la musica rap, che dai ghetti americani è riuscita a diffondersi nel mondo in modo sempre più veloce, anche grazie all’evoluzione tecnologica. La domanda che nasce spontanea dalle persone amanti di questo genere è: “Se facessi anche io il rapper?” E proprio da questa domanda che sono iniziate molte carriere che successivamente si sono affermate, con epiloghi sia postivi che negativi.
Ma come iniziare quindi a fare musica che possa piacere a tutti e che in futuro possa diventare vendibile a un vasto pubblico? Grazie alle tendenze che molto spesso nascono in altri paesi, o semplicemente provando a imitare le canzoni degl’artisti che si ascolta.
È successo molto spesso in Italia questo fenomeno nel mondo del rap.
L’esempio più lampante è la trap. Un concetto molto differente da come viene pensato oggi in Italia, la trap è un sottogenere del rap già negl’anni ‘90 nel sud degli USA.
Per trap inizialmente si intendeva fare melodie rap su basi dalle sonorità “dark”, caratterizzate da bassi potentissimi e molto oscuri. I maggiori esponenti nei primi anni 2000 sono T.I e Gucci Mane, infatti quest’ultimo già nel 2005 pubblicò un album intitolato “Trap House”.
Nonostante si afferma pian piano il genere, in questo periodo è ancora assente la figura del trapper, infatti secondo alcuni critici anche “Dark Horse” di Katy Perry può essere considerata trap per le proprio melodie.
Quella che oggi noi consideriamo trap invece, con la corrispettiva figura del trapper, ossia un artista dai versi violenti pieni di auto-tune e dai flow accattivanti che esalta la vita del lusso e delle droghe date dai medicinali, nasce nel 2010 sotto il nome di “Drill” e uno dei primi e maggiori esponenti è il rapper canadese Drake.
La trap pian piano da genere di nicchia diventa una vera e propria branca musicale che genera milioni e milioni di fan solo in America. Tramite la globalizzazione digitale arriva anche a noi europei, ma non è l’Italia la prima nazione ad essere influenzata, il primato infatti appartiene a Booba e alla Francia nel lontano 2012.
In Italia il precursore o perlomeno il primo ad essersi avvicinato alla trap è l’italo-marocchino Maruego, che realizza parecchie canzoni dalle tonalità EDM e arabbeggianti caratterizzate da un flow unico.
Il 2016 però è l’anno in cui in Italia nasce davvero la trap. Collettivi di artisti come Sfera Ebbasta, la Dark Polo Gang, Tedua, Ghali e tanti altri ispirandosi ai temi e alle sonorità americane hanno iniziato a produrre nuovi canzoni, un po’ diverse dal classico rap che si è evoluto sempre di più.
Parliamo però di ispirazione, non copia. Questo perchè lo stile americano anche se non piace è anni luce avanti a quello di qualsiasi altro tipo di scena. Il rap americano è visionario e tutte le sue evoluzioni diventano tendenza, siccome negli USA il bacino di utenza è più grande rispetto agl’altri rap delle varie nazioni. Quindi il rap delle altre nazioni non conta nulla?
No, perchè gni nazione ha le proprie particolarità che vadano dall’aspetto lirico o melodico, che caratterizzano al meglio il rap territoriale.
In America Latina i temi sono amore e tradimento dando molta importanza al tappeto musicale; mentre in Italia si sta tendendo a “poppizzare” il rap o addirittura a renderlo hit da TikTok, in modo da rendere più commerciale il prodotto.
Per quanto riguarda la musica italiana, prende sempre ispirazione da quella statunitense, ma non è una reale copia in tutto e per tutto.
Articolo a cura di Lorenzo Muto!