Durante il periodo di quarantena la categoria di lavoratori legata agli eventi in discoteca, ai concerti ma anche alle serate di musica e ristorazione in generale hanno subito un duro colpo.
Tra questi c’è anche chi di occupava di organizzare le battle freestyle, che fossero al piazzale o area verde della propria città, sia che fossero in locali ben più attrezzati.
Non ultimi i freestyler stessi bloccati nelle loro città, non hanno potuto confrontarsi con altri, o forse si?
Durante il lockdown il mondo ha definitivamente scoperto la possibilità di battagliare on line, un nuovo “sport” che ha vissuto qualche polemica, a cui però il membro FEA Morbo sembra più che favorevole: ” Mi piaceva da prima che diventasse una necessità, non sarà la sensazione provata su di un palco ma fortunatamente sono uno di quegli individui che impazzisce appena sente la parola freestyle quindi per me è sì!”.
Sempre positivo ma più riflessivo è colui che viene ritenuto al momento come il miglior freestyler italiano Blnkay: “sarebbe giusto non saturare la rete e abituare le persone a un’ intrattenimento così competitivo seguendo questa modalità perché rischierebbe (sulla lunga durata) di trasformarsi in un talent show dove chiunque può determinarne l’andamento, pure chi privo di quella knowledge che, se non stessimo vivendo questo lockdown, lo avrebbe spinto a godersi l’ evento.”
Ora che le battle stanno per tornare però si deve fare i conti con norme di sicurezza che potrebbero togliere posti sia nelle selezioni alla gara sia nelle platea: ” il distanziamento sociale è obbligatorio, purtroppo non potrà esserci quella bella calca sotto al palco per un po’, ma il calore e le urla funzioneranno anche distanziate” dichiara Shame, che nel periodo per lockdown aveva pubblicato il suo album “Astratto” e che sicuramente avrà più di qualche data da recuperare.
Il primo grosso evento cui si è ripartito Ya know the name a Milano che ha visto vincere Roger dei Vikings, come per la serie A qualcuno si chiedeva e si chiede se questo stop abbia influito sulla condizione dei freestyler che potrebbero arrivare arrugginiti alla ripresa delle battle, lo abbiamo chiesto a Morbo che ha risposto: “Qualcuno sì, qualcun altro meno: io ad esempio dopo due anni lontano dai contest partecipai alla Tritolo e nonostante le sfide impegnative arrivai in finale, c’è da dire che avevo continuato ad allenarmi” invece Blnkay che nel frattempo ci sta regalando singoli interessanti come “mercenari” è molto realista:
“l’ attitudine consolidata nel corso degli anni agli eventi aiuterà a riprendere la carriera in un tempo accettabile, ma bisognerà riacquistare quell’ abitudine facile da mantenere insieme alla costanza nel partecipare ai contest.
Insomma 3 mesi quasi senza battle si sono fatti sentire, ora il rientro sarà diverso ma per fortuna non completamente senza pubblico al contrario del calcio, ma alla fine non possiamo che chiudere col pensiero di Shame, che ripsecchia quello di tutti:
“Personalmente non vedo l’ora di tornare a battagliare da vivo!”
Articolo a cura di Stefano Faccioli!