– Diamo il benvenuto a Trunchell, Etc, come stai?
Ciao, ragazzi!
È davvero un piacere rispondere alle vostre domande. Contro ogni pronostico, dettato dal dramma dei miei brani e dal periodo in sé, sto più che bene.
– Ti abbiamo scoperto grazie alla tua stravaganza e grazie a un genere che hai definito come Horrorcore, parlacene un pò…
Non avrei saputo definire in modo migliore il genere di musica che faccio.
È una sorta di rap con testi crudi, diretti, profondi e beat intrisi di note pesanti e sceneggiature riconducibili al mondo dell’horror.
Amo riempire i miei testi con il più svariato citazionismo: da quello storico a quello filosofico, letterario, esoterico, cinematografico.
L’intento è quello di aprire le porte della riflessione al mio pubblico, cosa che si è andata sempre più perdendo nella scena attuale.
L’arte priva di contenuti serve, come i cinepanettoni, a sgomberare la mente per un quarto d’ora. Ma, in fin dei conti, l’essere umano ha bisogno di rimuginare sull’importanza della riflessione e di tutto ciò che non è del tutto immediato.
– E’ appena uscito anche il tuo ultimo brano su spotify, di cosa si tratta?
“Il veneficio del dubbio” è il mio ultimo singolo.
Ho utilizzato volutamente questo gioco di parole, sostituendo “beneficio” con “veneficio”.
Il veneficio é l’uccisione tramite veleno, elemento cardine del mio prossimo disco, insieme alla rinascita del proprio io.
Il titolo, infatti, sta ad indicare l’eliminazione di ogni dubbio e la veduta della verità.
Questo brano è esattamente l’incarnazione del mio genere musicale: un beat cattivissimo (prodotto da GAEDI) e un testo ricco di riferimenti e citazioni.
Vi anticipo anche che il 6 Gennaio, giorno del mio compleanno, uscirà il mio nuovo singolo “Vivi in pace adesso?”.
Ci tengo particolarmente perché è un brano molto intimo e si discosta abbastanza da tutti gli altri, infatti sarà molto più chill con un tappeto blueseggiante che sosterrà la mia voce perfettamente.
– Il sogno di Trunchell, Etc. qual è?
Dal punto di vista artistico, il mio sogno sarebbe quello di riuscire a far captare al mio pubblico l’essenza dei miei brani.
Sono un filantropo convinto e un sostenitore dell’antropocentrismo, quindi pongo l’uomo al centro di tutto.
Vorrei che tutti capissero che devono indossare il sistema e non farsi travolgere da esso, sarebbe bello vedere realizzato il progetto utopistico di John Lennon.
Il sogno più concreto, invece, sarebbe un featuring con Murubutu e Claver Gold.
– Come ti ha cambiato positivamente questa pandemia?
Ho avuto modo di dedicare tantissimo tempo a me.
Era una cosa che non facevo da molto e che trovo fondamentale per ognuno.
Questo abbraccio che mi sono voluto dare, mi ha fatto partorire il mio primo album, che conterrà sia “Il veneficio del dubbio” che “Vivi in pace adesso?”.
Sarà prodotto dal mio storico produttore e amico GAEDI e da Elle, ma ci sarà un ospite speciale alle macchine di un brano che non posso ancora svelare.
Sono riuscito, quindi, a cogliere del positivo da questo periodo buio e a crescere musicalmente in maniera smisurata.
Ve ne darò le prove.
– Chi è l’artista della scena rap che si relazionerebbe più facilmente con la tua idea di Horrorcore?
Sicuramente Lanz Khan.
È un artista milanese che ascolto da tantissimo tempo ormai e da cui ho preso un sacco di spunti per la realizzazione della mia musica, quindi mi sento in dovere di ringraziarlo.
Un altro mentore per me è Axos, che mi ha catturato con “Mitridate” e mi ha fatto mangiare cultura e disgusto (in senso positivo) per giorni interi.
Spostandoci dall’Italia, posso citarti i Suicideboys, Ghostemane, ZillaKami, Sosmula, ecc…
– Saluta chi vuoi!
Saluto ogni singola persona che ascolta i miei brani e che ha fame di sapere.
Saluto e ringrazio i miei amici e la mia famiglia che mi sono sempre stati accanto, dall’inizio di tutto questo.
Saluto e ringrazio voi, che avete reso possibile questa intervista.
Vi abbraccio.