Siamo ormai arrivati ad Aprile. Il primo trimestre di vendite è concluso e, dovendo tracciare un primo bilancio di questo 2021, la discografia italiana si ritrova nuovamente spalle al muro. Lo scorso anno, nonostante le gravi perdite e tutte le difficoltà del caso, il settore era riuscito comunque a destreggiarsi egregiamente, grazie allo streaming e al digitale. La classifica annuale degli album e dei singoli più venduti del 2020 aveva confermato il successo della musica italiana, che negli ultimi anni ha visto crescere sempre di più la quota di mercato nel nostro Paese. Per la prima volta nella storia della classifica degli album la top ten dello scorso anno è stata occupata solo da artisti italiani. Per capirci, dieci anni fa (con un repertorio decisamente più pop) gli artisti italiani erano sette su dieci e venti anni fa solo il 50% della top ten era appannaggio di italiani.
In realtà la tendenza è stata questa in molti Paesi. Le major discografiche hanno percepito l’opportunità legata alle tecnologie, che soprattutto la generazione Z ha individuato come strumento principale per consumare musica e conoscere nuovi artisti e generi musicali. Gli investimenti internazionali nel nostro Paese sono così via via cresciuti, puntando su talenti emergenti, modificando i trend, utilizzando in maniera accurata anche i nuovi canali social e le piattaforme di video sharing per fare scouting. E anche nel contesto di un anno difficile come quello della pandemia le aziende hanno continuato a pubblicare novità, investendo anche sul fronte della produzione di videoclip (nonostante le complesse misure sanitarie).
Ma la domanda di fondo resta la stessa: tutto questo è ancora sostenibile senza i live, senza i concerti? E per quanto tempo ancora? Alla luce di quanto sta emergendo dai riscontri di questa prima parte del 2021 possiamo provare a trarre qualche conclusione…
La premessa è d’obbligo. Il mese di Marzo è stato caratterizzato dal Festival di Sanremo che, nonostante abbia registrato ascolti inferiori allo scorso anno, ha in realtà aumentato (e di molto) il proprio bacino d’utenza. Infatti è risultato essere il Festival più visto di sempre tra i giovani ed è stato seguito sostanzialmente più sul web che in tv. Tutto ciò ha inciso in maniera estremamente positiva sulla discografia italiana. Basta dare un’occhiata alle classifiche per rendersi conto che tutti i brani e gli artisti in gara (ma non solo) sono nelle prime posizioni, sia per quanto riguarda le vendite (fisiche e digitali), sia per quanto riguarda le trasmissioni in radio, oltre che per lo streaming e per le views. Detto questo, la “spinta” sanremese è destinata lentamente ad esaurirsi e purtroppo non ci sono altri grandi eventi musicali in vista. Con la zona rossa/arancione che proseguirà almeno fino a fine mese e con la riapertura di teatri, stadi e palazzetti (probabilmente) ancora molto lontana le prospettive non sono per niente rosee. Questo perché nonostante da parte del Governo ci siano stati concreti tentativi di aiuto per la categoria (sgravi fiscali, detrazioni delle tasse…) il cuore pulsante di questa professione, nonché la principale fonte di guadagno, restano i concerti, le esibizioni dal vivo, gli eventi live…