Ciao Mambo, grazie per la disponibilità concessa, iniziamo questa intervista chiedendoti come stai attualmente?
Ciao, grazie a voi per l’intervista! Nonostante la pandemia, non mi posso lamentare, me la sto vivendo bene e sto lavorando molto. Live a parte, che mi mancano e che non vedo l’ora che tornino, non ho mai sentito un vero e proprio blocco.
Demone” è il tuo nuovo singolo uscito il 2 aprile. Cosa rappresenta per te questo pezzo?
Rappresenta il MamboLosco più introspettivo. Solitamente scrivo pezzi meno “profondi”, più da festa. In questo brano ho scelto di parlare più di me stesso perché la pandemia mi ha portato a scrivere di come mi sentissi, ho voluto raccontare tutte le emozioni contrastanti che questo brutto periodo ha lasciato dentro di me.
Ascoltando il brano, si avverte una grande presa di coscienza del tuo stato attuale rispetto a molti anni fa, cosa è cambiato per la tua persona?
Sì, diciamo che “Demone” mi rispecchia molto, penso di essere cresciuto musicalmente parlando e che il brano ne sia la dimostrazione. Della mia persona in realtà nulla è cambiato, rimango il solito Losco, mi piacciono le stesse cose. Ho voluto dar vita a un pezzo più riflessivo visto il periodo che stiamo vivendo, anche perché, siccome siamo in pandemia e i live non ci posso ancora essere, non ci stava un pezzo “da festa”.
Molte persone non riescono a tenere a bada il proprio “demone” interiore portandole a fare azioni di cui spesso si pentono. Tu come tieni a bada il tuo e che consiglio daresti a chi non ne è in grado?
Bella domanda! È molto difficile rispondere, la verità è che ognuno ha il proprio fardello, le proprie paure. Non mi sento nella posizione di poter dare consigli perché a stento riesco a tenere a bada il mio “demone”, posso solo dire che cerco di circondarmi di persone che mi trasmettono “good vibes” e di vivere alla giornata.
Hai lavorato tanto in questo anno e mezzo di pandemia o ti sei sentito bloccato?
Diciamo che è stato un 50 e 50. Ci sono stati periodi in cui ho lavorato tanto, altri in cui mi sono sentito più bloccato. Non penso sia stata la pandemia in sé, più che altro amo scrivere di ciò che mi accade e che vivo ogni giorno, se questo viene a mancare preferisco aspettare di avere l’ispirazione giusta. Mi piace scrivere pezzi sinceri al 100%.
Dopo un ritorno nel 2016/2017 di crew, gang e klan ecc sembra che ad oggi ormai i nuovi rapper non si affiliano più a veri collettivi, esiste ancora la Sugo Gang? E se sì, esiste la possibilità di un progetto di gruppo?
Beh, credo che i collettivi esisteranno sempre, è necessario che le persone lavorino insieme e facciano squadra per poter funzionare davvero. La Sugo Gang esiste eccome e sentirete parlare di noi ancora per molto. La base è sempre Vicenza, che considero una sorta di “nuova Atlanta”. Ultimamente la città sta sfornando un sacco di talenti e questo mi riempie di orgoglio.
Collegandoci alla domanda di prima, hai mai pensato alla Sugo Gang come punto di partenza per lanciare nuovi artisti?
In realtà no, non abbiamo mai pensato di reclutare nuovi artisti per poi lanciarli. Ovviamente continuo a tenere gli occhi aperti e se c’è qualcuno che mi piace ci lavoro volentieri, non mi interessano le views, valuto solo la musica e se ne vale la pena sono il primo a voler collaborare.
Dal tuo arrivo sulla scena italiana tutti hanno iniziato un po’ ad emulare il tuo slang. Cosa ne pensi della scena attualmente?
Ahah, è vero, ma questo vuol dire che sono un trendsetter! Effettivamente molti hanno iniziato a imitare il mio modo di parlare e a usare certe espressioni che ho portato io nelle mie IG stories, ad esempio “Ah ok!”. Ovviamente non mi disturba, anzi!
Per quanto riguarda la scena musicale attuale, accanto agli “ever green” continuano a farsi strada nuovi ragazzi molto bravi, quindi penso che in Italia siamo messi piuttosto bene.
Torni sulla scena dopo un silenzio di diversi mesi con “Demone”, possiamo aspettarci un nuovo progetto?
Sì, diciamo che mancavo dalla scena con un pezzo soltanto mio da più di un anno, anche se negli ultimi mesi ho fatto diversi featuring e ho pubblicato un intero album con Boro Boro. Dovete aspettarvi tantissime cose, questo è sicuro!
Siamo alla fine di questa intervista, ti ringraziamo ancora per la disponibilità. Per concludere ti chiediamo di salutare il nostro pubblico e di dare tre motivi per cui una persona che ancora non ti conosce dovrebbe ascoltarsi il tuo nuovo singolo.
Grazie a voi delle belle domande!
Secondo me dovreste ascoltarmi per questi tre motivi:
- Sono il più “americano” della scena attuale, il più in linea con la wave USA;
- Uso uno slang originale e tutto mio;
- La mia roba suona bene, ahah!!
Intervista a cura di Alessandro Soccini!