Benvenuti a questa Nostra intervista, partiamo subito con la domanda di rito, chi si cela dietro i Bohème?
Ciao!
Il gruppo è composto da Chiara, Matteo, Giacomo, Lorenzo e Lorenzo.
Se vi dico Pier Paolo Pasolini?
Penso alla magnifica villa del suo film Teorema e a La Ricotta.
E anche al fatto che casualmente il centenario ricorra praticamente oggi!
Nel vostro progetto discografico “Nuove Stanze” riesco a sentire una forte influenza musicale anni ’60/70 italiana, di quelle ballate romantiche ma ricche di significato.
Cosa Vi ha portato a scegliere questo stile in “controtendenza” rispetto a ciò che gira in questo momento?
Non c’è stata una vera e propria motivazione. Da un po’ di tempo a questa parte ci siamo appassionati alle colonne sonore e alla library music italiana di quegli anni. Sono un ampio contenitore di groove, di melodie dolcissime e di linee di basso molto interessanti.
A furia di ascoltare, credo di aver assorbito (subconsciamente o no) alcuni canoni, fra cui l’obiettivo e la volontà di scrivere canzoni “pop” con texture sonore insolite.
In ogni caso, l’importante è riuscire a fare musica in maniera sincera, creare qualcosa che piaccia a noi. Inseguire le tendenze non è mai stato nelle nostre corde.
Nella Vostra traccia “Sogno” ricalcate, attraverso delle perifrasi, un problema che accomuna molti giovani e non solo, l’ansia.
In un momento della Nostra vita così particolare, quanto incide anche in un discorso discografico?
Credo sia un fattore riscontrabile in qualsiasi campo. Forse tutto si è sempre mosso così velocemente e freneticamente, solo che oggi lo si percepisce maggiormente per via di una continua “connessione” tecnologica e consapevolezza/confronto con il mondo esterno.
Siete ancora “in bilico” come canta la Vostra canzone o avete trovato “l’estate”?
Perennemente in bilico, ma almeno l’inverno è finito e si può sperare nella primavera!
Tracey Emin è fonte di ispirazione per il Vostro brano “Burwood”. Come nasce invece l’intreccio tra il singolo “Nuove Stanze” e Montale?
Nuove Stanze è una poesia di Montale contenuta in Le Occasioni. Era giusto omaggiarlo con un intermezzo che spezzasse l’EP. Un aneddoto curioso è che, in questo interludio, sono presenti solo campioni, perché non avevamo la possibilità di registrare strumenti veri, quindi… grazie YouTube!
“Les Yeux”: di quali “occhi” si parla?
…degli occhi del cuore!
Scherzi a parte, l’atto di fantasticare e/o ricordare è favorito da una chiusura degli occhi. Non vedere nulla può aiutare a concentrarsi su possibili scenari o eventi passati, ed è ciò che accade nel brano.
Una frase di un autore, poeta o cantante ma anche un Vostro testo, che Vi rappresenta in pieno?
Volevo citare una celebre frase di Tenco, ma non voglio dare un taglio troppo pesante a questa conversazione virtuale.
Quindi, direi che un estratto di The Love Song of J. Alfred Prufrock di T.S Eliot va benone:
“Time for you and time for me,
And time yet for a hundred indecisions,
And for a hundred visions and revisions,
Before the taking of a toast and tea.”
Progetti futuri?
Abbiamo un secondo EP praticamente finito, ma stiamo cercando di capire se sia meglio pubblicare il tutto in un unico album.
Stiamo organizzando un tour estivo, per promuovere l’attuale Nuove Stanze e cominciare a suonare gli altri brani dal vivo.
Ringraziandovi per il tempo a Noi dedicato in questo bellissimo viaggio tra note e testi profondi, Vi chiediamo un saluto a Noi di Exclusive Magazine e ai Nostri cari lettori che siamo sicuri diventeranno presto Vostri fan.
Grazie a voi per l’interesse!
Un caro saluto alla redazione e ai lettori di ExclusiveMagazine, buona settimana a tutti!
Intervista a cura di Antonio Borzacchiello!