Il 27 Settembre Camilla Magli, già nota per la partecipazione ad X Factor e ad Area Sanremo, ha presentato a Milano in anteprima “Club Blu”, il suo primo EP e sarà pubblicato sotto la RCA Numero Uno, l’etichetta figlia di Sony Music Italy. Intervistata da Luca De Gennaro, Dj, critico musicale e conduttore radiofonico italiano, la cantante ha raccontato in maniera molto sincera un percorso di musica e vita molto personale.
L’artista ha regalato una performance molto intima di alcuni suoi nuovi brani in versione acustica, alternandoli al racconto di momenti di vita e di scrittura. La location dell’evento, lo spazio Nolo 91 di Milano, era stata allestita per l’occasione per farci visualizzare il concept dietro questo progetto, cioè fotografie e video richiamanti l’infanzia e la giovinezza di Camilla, brandelli di testi scritti a mano appesi alle pareti e la ricostruzione di momenti salienti della sua storia umana e artistica.
“Club Blu” è un EP che, nonostante sia il primo per questa giovane artista, vanta collaborazioni esorbitanti: basti pensare al singolo “Il fumo uccide”, che è stato prodotto da Michelangelo ed è stato scritto in collaborazione con Mamhood, amico della cantante fin dai tempi degli studi di canto in CPM a Milano.
Camilla era praticamente ferma dalla partecipazione a X Factor nel 2014, dopo la quale ha avuto un lungo periodo di crescita e ripensamento interiore.
Di recente, ha destato grandissima attenzione e curiosità pubblicando due grandi brani nell’EP, cioè “Kanye West”, in collaborazione con Bresh e “Knock Out” insieme a BigMama, di cui la Magli ci racconta essere grande fan. Inoltre, in una fervida stagione di live estivi, ha avuto modo di anticipare alcune nuove canzoni in apertura alla grandissima Carmen Consoli.
Colpisce notare come con questo suo progetto, la cantautrice, si svela in maniera molto diretta e sincera, aprendo le porte della sua parte più intima e sofferta.
De Gennaro aiuta questa anima artistica a ripercorrere le tappe che la hanno portata ad essere, da una piccola ragazzina timida che cantava sotto gli ulivi, alla promettente icona Pop che si avvia ad essere.
“C’é un momento in cui qualcosa si è rotto, un incidente mi ha segnata”, racconta Camilla, con verità disarmante, alludendo al tragico incidente che le ha causato ferite fisiche e morali quando era molto giovane.
La cantautrice descrive il suo percorso fin dalla nascita e dall’infanzia in famiglia, in un paesino in Puglia, cresciuta in campagna, tra cavalli, mucche e paglia.
A 14 anni, succede quel tremendo incidente stradale, ancora così vivido nella sua memoria e il problema non è stato solo il male fisico: “Quello schianto lì lo ho applicato alla mia vita: le mie emozioni erano uno schianto, non avevo sfumatura, per me tutto ciò che sentivo era schianto, esisteva solo bianco o nero”.
Da lì inizia un percorso di musica e di vita, sofferto ma necessario: “A 17 anni volevo andare via, dicevo a mia mamma ‘O sto qui e sto male, o devo andare via’. Assumevo farmaci per stare meglio, ma questi mi portavano fuori, ero dissociata, non ero lucida”.
Anche su consiglio di De Gennaro si trasferisce a Milano e si iscrive al CPM di Franco Mussida, dove conosce di fatto una nuova famiglia.
E da lì, ad X Factor il passo fu breve: “Al CPM avevano appeso la locandina dei provini di X Factor. Mamhood mi aveva detto che non ero pronta, che ero troppo timida ma io ho provato lo stesso”. Nonostante avesse tutte le carte in regola per sfondare, l’avventura di Camilla dura poco per una sorta di auto-sabotaggio, per un’assenza di motivazione ed autostima: “Io non mi sentivo all’altezza, avevo troppa pressione. Sto facendo questo ora a 27 anni, ormai sono quasi una donna, mentre allora ne avevo 19. Non sono riuscita in questi anni a ‘scavallare’ le mie paure, sto riuscendo solo ora, prima era un auto-sabotaggio”
Fondamentale l’incontro con la manager Sara Potente e la decisione di scrivere brani suoi, che la esprimessero e rispecchiassero al 100%. Ispirandosi a grandi figure del passato che la colpivano con la loro musica e la loro testimonianza di vita inizia quella strada che la porterà a “Club Blu”: “Per fortuna durante la pandemia ho iniziato a scrivere. Dovevo raccontare e cantare le mie cose. Sentivo che doveva arrivare il momento di esprimermi. Non tornavo in Puglia da 10 anni, ero fuggita da un luogo dove mi trovavo male e quando ci sono tornata per trascorrere il lockdown ho rivissuto la mia infanzia e ho iniziato a capire: mi sono vista allo specchio, ho smesso di fuggire, ho toccato il fondo. Grazie a quello ho capito tante cose di me, sono andata in analisi, percorso che mi ha aiutato molto; è stato lo schianto anche lì, mi sono presa in faccia cose che prima non volevo affrontare. “Club Blu” sono le mie reazioni, la documentazione di questo momento in cui ho smesso di guarirmi coi farmaci e ho iniziato a guarirmi piangendo e scrivendo queste canzoni”. Le collaborazioni del progetto, Mamhood, Bresh, Franco 126, Big Mama, nascono da semplici intuizioni, da amicizie di lunga data o semplici scambi di messaggi su instagram, dalla volontà di condividere canzoni importanti con artisti stimati. Camilla non collabora con persone a caso, dato che dà tantissima importanza a sinergia e rapporti umani: “Per me è importante la vita, empatizzare, e ne escono delle canzoni”.
Ha aperto la strada a questa release una stagione estiva assolutamente promettente a livello di live: la cantautrice ha aperto quattro volte Carmen Consoli, poi Max Gazzè, includendo il Miami Festival e altri eventi che sono stati per la cantante la possibilità di calcare nuovamente un palco dopo X Factor: “É come se fossi nata due anni fa, vivo queste esperienze come una bambina, sono le mie prime volte”. Ricorda con grande emozione e commozione ai passi fatti in questi dieci anni di scena milanese: “Ho sempre cantato Carmen consoli al parco con Mamhood mangiando Mc Donald. E ora lei dopo ogni concerto insieme mi dava tanti consigli e complimenti. Ad esempio mi ha consigliato di suonare la chitarra. É stata un’estate emozionante”.
Camilla ci delizia con “Il fumo uccide”, in versione unplugged, la canzone scritta con Mamhood, e poi con “Ore”, scritta con Franco 126; i brani arrivano in una veste calda e sincera, intensa e forte, assolutamente melodica. Viene da pensare a questa giovane donna sdraiata a letto, con la chitarra in mano , con una sigaretta accesa a scrivere canzoni vere, mentre il mondo fuori che sembra crollare.
Articolo a cura di Marco Conte!