Giornalista – Avete intenzione di fare una collaborazione?
Lazza – SI
Emma – Ieri è stato bellissimo quindi grazie grazie grazie però se non mi batti il feat io ti querelo
Lazza – Sono una persona di parola
Lazza – Come nascono le mie canzoni? Non so dirti perché non c’è mai un criterio vero e proprio, nel senso che se mi viene un’idea ogni momento è buono, ci sono volte che veramente sono in macchina e metto le quattro frecce e mi annoto quello che devo fare, quello che mi viene in mente.
È strano spesso le migliori idee mi vengono o quando sotto la doccia o quando mi sto per addormentare e infatti ho preso il vizio di non lasciarle andare perché dico ma sai tanto dopo mi ricordo, domani mattina quando mi sveglio con calma faccio e puntualmente non è mai così, quindi tutte le idee che mi vengono ho imparato ad annotarle appena mi vengono
Giornalista – Cosa vorresti che si dicesse di te, da quelli che non ti conoscevano?
Lazza – Mi piacerebbe ricevere delle scuse da tutti quelli che mi hanno chiamato Lezzo, Lazzo, Lanza.
Lazza – Dietro quell’abbraccio c’è sicuramente un amore infinito verso una grande donna che è mia madre che si è fatta da sola come suo figlio.
Ero un bambino curioso, ero uno di quelli che quando mi dicevano devi fare questo magari poi lo faceva però prima chiedevo perché, mi doveva stare bene.
Spero che la musica italiana inizi ad essere riconosciuta all’estero con il suo marchio di fabbrica.
Per noi italiani, un po’ per la lingua è difficile sicuramente arrivare fuori. È poca gente che riesce ad andare all’estero a fare dei concerti grossi tanto quanto quelli che fa in Italia e comunque nella maggior parte dei casi si adeguano, cioè parlano in un’altra lingua. Sarebbe bello vedere un artista che fa un equivalente del forum di Assago magari però che ne so a Parigi a Barcellona.
Sulla cover – Da rapper ti dico che è molto difficile fare una cover, è difficile perché devi cantare delle parole non tue ed io faccio già fatica a lavorare con gli autori però si trova sempre un compromesso giusto. Cantare questo pezzo è stato una mia scelta perché ci sono affezionato, diciamo che poco cose oltre alla musica mi emozionano così tanto e questo è uno di quei pezzi che proprio mi emoziona tanto e avevo piacere a condividerlo con Emma e con Laura e credo che abbiamo fatto una bellissima figura.
Giornalista -Ti aspettavi di arrivare così alto in classifica?
Lazza – Non me l’aspettavo di arrivare così in alto però spero di arrivare più in alto, c’è ancora stasera per cercare di levare la sedia a tutti, faremo il possibile. Io sono una persona molto competitiva e l’avversario più grosso di tutti è nello specchio la mattina.
Cenere è un brano di cui io mi son reso conto tardi del potenziale che aveva se devo essere sincero è iniziato ad arrivarmi così forte dopo una quindicina di ascolti probabilmente.
Io cercavo un’atmosfera un po’ alla Moby, spero di aver reso bene l’idea.
Emma – Quando due artisti si stimano davvero, sul palco si vede. Le cose funzionano quando sono vere, non c’è un segreto, c’è solo la verità che viene fuori in maniera molto bella come ieri.
Lazza – Mi sono avvicinato alla musica con mio nonno che da piccolino mi suonava la fisarmonica, io era attratto da questa fisarmonica solo che pesava quattro volte me e quindi mi ha regalato questa Bontempi piccolina e io ho iniziato a orecchio da autodidatta a suonare la tastiera con una mano, poi ho chiesto a mia madre di iscrivermi a una scuola di musica privata.
Alla terza lezione di pianoforte, il mio maestro accoglie mia madre con i capelli dritti, e gli fa “Signora suo figlio è un genio, è arrivato a lezione sostenendo che i miei compiti erano troppo facili quindi mi ha portato una sonata di Beethoven ha fatto quel cazzo che voleva lui”
Articolo a cura di Giuditta Cignitti!