Forse il Paese non era ancora pronto a dire addio al più grande di tutti.
Un’icona del giornalismo e della televisione italiana.
Un grande protagonista dell’informazione e dell’intrattenimento.
Un maestro della comunicazione ,che ha inventato un nuovo modo di fare televisione, il padre dei “talk show”.
Costanzo si è sempre distinto per la sua innata capacità nel riuscire a intercettare con largo anticipo, i gusti del pubblico, senza però mai rinunciare alla curiosità e alla sua idea di fare cultura e informazione. Questo probabilmente spiega la sua grandezza.
È riuscito ad abbracciare intere generazioni coi suoi programmi, proprio perché era sempre al passo coi tempi. Lo dimostra la presenza di numerosi ragazzi alla camera ardente in Campidoglio.
Costanzo è entrato nelle case e nel cuore degli italiani per la semplicità di linguaggio col quale trattava argomenti complessi e spesso anche scomodi.
Il “Maurizio Costanzo Show”, infatti, è stato uno spazio dedicato non solo alla cultura e all’intrattenimento ma anche all’approfondimento di temi ardui. Ne è un esempio la maratona Rai-Fininvest contro la mafia realizzata insieme a Michele Santoro e che fu tra le cause dell’attentato che subì nel 1993. Legato da un rapporto di stima e amicizia col giudice Giovanni Falcone, ospite nelle sue trasmissioni, Costanzo è stato fin da subito in prima linea nella lotta alla mafia.
La grandezza di Maurizio Costanzo non riguarda solo la radio e la televisione, ma si può tranquillamente affermare che abbraccia l’intera arte dello spettacolo.
Nel corso della sua carriera, infatti, ha partecipato alla sceneggiatura di diversi film come: “Una giornata particolare” di Ettore Scola e anche una lunga collaborazione con Pierpaolo Pasolini.
Giornalista, conduttore televisivo e radiofonico, autore, sceneggiatore ma anche musicista e paroliere.
Costanzo infatti nutriva una grande passione per la musica e per il sassofono.
È stato, inoltre, anche un elegante paroliere musicale, con un repertorio seppur minimale è riuscito ugualmente a segnare la storia della musica italiana.
Tra tutti i brani, svetta “Se telefonando” un vero e proprio capolavoro scritto da Costanzo insieme a Ghigo De Chiara, musicato e arrangiato dal maestro Ennio Morricone. Il testo è poi divenuto un intramontabile classico grazie all’interpretazione e alla voce di Mina nel 1966. Numerose sono state le cover registrate nel corso degli anni. Fra le più note c’è sicuramente quella, più recente, di Nek. il cantautore sassolese, nel 2015 trionfò sul palco dell’Ariston di Sanremo nella serata delle cover proprio con una versione rivisitata di “Se telefonando”. Nel 2021 poi ci sono state anche altre nuove versioni, quella dell’indimenticabile Franco Battiato e quella de Il Volo.
Non solo “Se telefonando”. Costanzo ha prestato la sua penna anche per altri brani. Nel 1969 scrisse per Mino Reitano “Non aver nessuno da aspettare”. Vi sono poi due collaborazioni con Ombretta Colli, a metà degli anni ’70 con “Facciamo finta che” e “Luna quadrata”. Nel 1979, collabora con Toto Cotugno per “Ma…”
Solo recentemente Costanzo è tornato alla scrittura di testi, dopo un lungo silenzio.
Nel 2004 insieme al dj Nick the Nighyfly scrittura per Andrea Bocelli “Semplicemente (canto per te)”. Nel 2006, invece, è il turno di Alex Britti, che realizza insieme a Costanzo “Quanto ti amo”.
Difficile trovare le parole giuste per rendere un doverso omaggio ad un uomo che ha condotto una vita dedita al lavoro e alla cultura nelle sue forme variegate. Dalla macchina da scrivere, alla radio, passsando per la tv, cinema e musica. Della sua curiosità e voglia di sperimentare ne ha fatto una virtù, che senz’altro costituiscono la sua grandezza.
Possiamo ritenerci fortunati nell’aver vissuto, chi più tempo chi meno, gli anni di Maurizio Costanzo il quale certamente rappresenta un patrimonio della cultura italiana.
Articolo a cura di Gerardo Montella!