Un saluto Gianni! Per prima cosa volevamo chiederti come nasce questo progetto “Andata e ritorno” e perché questa modalità di uscita in due tranches?
Ciao Exclusive Magazine! Il progetto “Andata e Ritorno” nasce perché, dopo tre album in cui avevo già cercato un po’ di unire il mio lato più rap e quello più legato al cantautorato, mi sono trovato ad avere di fatto due dischi pronti, secondo me ognuno con una propria anima che doveva essere messa in risalto. Per questo ho deciso sia di dividere il titolo dell’album in due momenti diversi, l’andata e il ritorno, sia di organizzare l’uscita proprio in due momenti: l’Andata rappresenta il mio orizzonte musicale, quello che ho fatto conoscere forse meno di me e della mia musica, mentre il Ritorno è il percorso musicale da cui arrivo, le mie origini, il rap.
Dalle canzoni che abbiamo avuto modo di ascoltare e anche dalle collaborazioni ci pare evidente di questa tua virata verso il mondo del pop e dell’indie. Pensi sia solo una fase della tua carriera oppure credi sia questa la strada giusta da portare avanti?
Non mi piace darmi delle etichette o dei paletti troppo rigidi, mi piace fare musica e basta.
La strada che vorrei portare avanti è quella di seguire sempre il mio istinto, quello che sento di fare al momento e cercare di creare un buon prodotto musicale, a prescindere poi dal fatto che possa essere definito rap, pop, indie … La musica è musica, il resto conta poco.
A proposito di collaborazioni parlaci un po’ di quella con Tiromancino. Come siete venuti in contatto e come nasce questa canzone?
Io e Federico siamo amici, ci vediamo abitualmente al di là di collaborazioni musicali. C’è un grande rispetto reciproco, sia dal punto di vista personale che professionale ed è principalmente da questo che nasce il featuring, così come tutti gli altri presenti nel disco. Ci piaceva l’idea di poter fare musica insieme e l’abbiamo fatta, in maniera molto spontanea.
In questo disco per la prima volta collabori con Noyz Narcos. Da romano che effetto ti ha fatto lavorare con lui? E possiamo inserirlo tra le tue fonti di ispirazione a livello musicale ad inizio carriera?
Fare un pezzo con Noyz credo sia un punto d’arrivo per molti artisti, per me è stato un sogno ed un onore. Chiunque abbia iniziato a fare rap a Roma probabilmente guarda a lui come un idolo, per me lo è sempre stato e sicuramente ho ascoltato molto la sua musica. In ogni caso però quando scrivo tendo a non prendere ispirazione da nessuno (almeno non consapevolmente), ma cerco sempre di portare il mio mondo, il mio vissuto, la mia musica, altrimenti non sarei credibile e non comunicherei nulla.
In “Parliamo delle stesse cose” parli di una relazione d’amore difficile. A tal proposito che idea ti sei fatto sui recenti fatti di cronaca? E pensi che la musica possa aiutare in queste situazioni?
“Parliamo delle stesse cose” racconta forse la quotidianità di molte relazioni d’amore, le difficoltà che nascono da incomprensioni e l’amarezza di un cuore spezzato.
Come tutti sicuramente sono rimasto molto colpito dai recenti fatti di cronaca. Quello che posso dire, per quanto mi riguarda, è che uno dei valori più grandi a cui sono legato è il rispetto, che non può e non deve mancare in qualsiasi rapporto, che sia professionale, personale o di amore. E rispetto significa accettare le scelte degli altri, indipendentemente da quello che vorremmo per noi.
Il tuo nome ad inizio carriera è stato spesso associato con il nome della Dark Polo Gang. Raccontaci quindi qualche aneddoto sulle tue prime collaborazioni con loro e cosa ne pensi del loro percorso?
Loro sono sempre stati fortissimi e un po’ mi hanno cresciuto, hanno portato un nuovo stile e una nuova realtà musicale in Italia.
Ricordo quando abbiamo scritto “È tutto vero” con Tony, lui aveva già l’aura che ha adesso, la canzone sembrava una delle tante ed invece…
Nelle tue canzoni troviamo spesso citazioni calcistiche e in particolare alla tua grande passione che è la Roma. Una delle tue migliori tracce in tal senso probabilmente è “Re de Roma” in cui celebri il tuo grande idolo Francesco Totti. Parlaci un po’ di come è nata questa canzone e in futuro hai intenzione di fare altre canzoni sulla Roma?
“Re de Roma” è nata dall’addio al calcio del capitano, un momento che non potevo non immortalare in una canzone.
Non so quello che farò in futuro, non mi piace farmi programmi troppo in là. Se verranno spontanee altre canzoni e mi piaceranno sicuramente le pubblicherò.
Finalmente però in ”Andata e Ritorno” ho inserito una vera e propria dedica d’amore a Roma con la canzone “La mia città”, di cui sono molto fiero.
Il tuo nome d’arte per chi non lo sapesse tra l’altro è riferito ad un centrocampista della Roma campione d’Italia 2000-01 chiamato Gianni Guigou Bismark. Visto il suo ruolo di gregario in quella squadra lì, c’è un significato simbolico dietro questa scelta?
sì, c’è un significato per me importante dietro questa scelta. In realtà Guigou non era un grande giocatore, di certo non il più forte, ma appena veniva messo in campo dava tutto per la sua squadra e per la sua maglia. Per me questo è quello che conta e che cerco di fare anche io nella mia musica, dare tutto me stesso, sempre.
Nella tua musica si notano molte influenze provenienti dal cantautorato romano. A tal proposito a quale artista ti ispiri maggiormente?
Come dico spesso quando faccio musica cerco di non ispirarmi a nessuno, addirittura se sono in un periodo intenso di scrittura nemmeno ascolto musica per evitare di essere influenzato anche inconsapevolmente. Però ho sempre ascoltato tanto e penso che, in un modo o nell’altro, in quello che scrivo ci sia un po’ del grandissimo ed intoccabile Califano.
Ti ringraziamo Gianni per la disponibilità per questa intervista e ti invitiamo a concludere salutando chi più ritieni opportuno.
Grazie a voi belli miei!
Faccio un saluto a tutte le persone che mi seguono e mi sostengono, questo disco è soprattutto per voi!
Intervista a cura di Giovanni Paciotta!