Ciao! Ti ringraziamo ancora per la possibilità di averti qualche minuto con noi.
Come stai? Come ti senti dopo l’uscita del singolo?
Ciao! Grazie a voi per l’opportunità. Mi sento molto bene, soprattutto perché “My Boo” rappresenta un punto di svolta nel mio percorso. Dopo tanto lavoro e sacrifici, vedere come è stato accolto mi dà molta energia e voglia di continuare a spingere sempre più avanti.
Come nasce questo singolo? Cosa volevi trasmettere ai tuoi ascoltatori?
“My Boo” nasce dall’esigenza di fondere il mio stile con quello di un’icona del rap come Guè Pequeno. Volevo creare un brano che fosse allo stesso tempo super da club, ma con un’impronta lirica che lasciasse il segno. C’è molta influenza da parte di artisti come Tyga e DJ Mustard, un sound che mescola vibe divertenti con atmosfere più intense. Volevo trasmettere un senso di potere e swag, ma sempre con un tocco personale.
Da grande amante del rap non posso non chiederti come nasce il feat con Gue.
Il feat con Guè è il risultato di anni di sacrifici e crescita personale e artistica. Essere riuscito a lavorare con un colosso della scena come lui è un traguardo enorme. Lo ammiro da quando ho iniziato a fare musica, quindi per me è una vittoria. È stato un passo importante per rimettere Lecce sulla mappa musicale italiana, e sono grato che lui abbia voluto collaborare.
Potresti spiegarci la copertina del singolo?
La copertina riflette il mood del brano: urban, con un’energia visiva che richiama uno stile molto internazionale. È volutamente semplice, ma d’impatto, come il brano stesso. Volevo che l’immagine parlasse da sola, come a dire: “Qui non si scherza, c’è swag, c’è potenza”.
Il flow è un flow bello chill, secondo te l’Italia ha bisogno di più canzoni di questo tipo?
Assolutamente sì! Penso che la scena italiana abbia bisogno di più brani che riescano a mescolare elementi da club con un flow chill. Brani che non siano solo per la pista, ma anche per l’ascolto più intimo. L’Italia sta evolvendo musicalmente, e penso che la versatilità sia ciò che ci porterà più lontano.
Facciamo felici i tuoi fan, hai altri progetti in arrivo?
Ci saranno una serie di brani che andranno a indirizzare il nuovo anno e a tracciare una nuova fase del mio percorso artistico. Ogni traccia sarà parte di una narrativa più ampia, con l’obiettivo di esplorare temi personali e sociali, sempre con quel tocco che mi contraddistingue. Voglio continuare a evolvermi e a sperimentare con nuovi suoni, senza mai perdere l’autenticità. Sto lavorando duramente per portare qualcosa di fresco che possa rimanere impresso e accompagnare chi mi ascolta in un viaggio musicale che si sviluppi mese dopo mese.
Una delle strofe più belle è “Non sono Kanye West, io sono un cane vero”, potresti spiegarcela?
Quella frase è una sorta di dichiarazione. Non voglio essere paragonato a Kanye o a chiunque altro. Sono qui per essere me stesso, vero, crudo e autentico. È anche un richiamo al mio stile di vita: diretto e senza filtri, proprio come un cane vero.
Pensi mai a cosa avresti fatto se non avessi fatto ciò che hai fatto?
Sinceramente no. La musica è sempre stata la mia strada. Forse avrei trovato un altro modo per esprimermi artisticamente, ma la musica è parte di me da sempre, quindi non riesco a immaginarmi in un percorso diverso.
Il pezzo è stato realizzato per essere suonato nei locali o per essere ascoltato da solo in macchina?
“My Boo” è stato pensato per entrambi. Volevo un brano che potesse spaccare nei locali, con un sound da club, ma che allo stesso tempo si prestasse ad essere ascoltato anche da solo, in macchina. È un brano versatile, che si adatta a diverse situazioni.
Che cos’è la musica per te?
La musica è tutto per me. È il modo in cui esprimo quello che provo, le mie esperienze, il mio percorso. È la mia terapia, la mia valvola di sfogo e il mezzo attraverso cui posso connettermi con chi mi ascolta.
Intervista a cura di Perseo Gatti!