La Prima domanda che facciamo a ogni artista è sempre la stessa e cioè una propria descrizione dentro alla musica e fuori di essa
Io sono Eva e Rea.
Rea è colpevole, apre la mente con l’estrosità, la provocazione, guerriera immorale: voglio divorare il mondo, sono un’eroina, posso fare tutto quello che desidero, nessuno può permettersi di umiliarmi, sventolo la bandiera della libertà sessuale e dell’autonomia, rifiuto le influenze degli altri e voglio saper stare da sola.
Eva è innocente, apre la mente con l’introspezione, la dolcezza, paladina dell’etica: voglio salvare il mondo, sono umana e il Dolore può rendermi fragile, sventolo la bandiera del rispetto e della condivisione, il corpo è il mio sacro tempio, sono aperta all’ascolto verso gli altri perché predico l’Unione, il saper stare Insieme.
L’essere umano è bipolare ed io lo sono come tutti, ho semplicemente lavorato su me stessa per trovare il Centro, l’equilibrio.
Anche solo dai titoli delle canzoni candidate alla tracklist definitiva si capisce molto della dicotomia del mio primo progetto e della mia persona.
Molti ti hanno conosciuta tramite la tua esibizione a Xfactor e sono curiosi di sapere quali cambiamenti in bene e in male ha portato tale esperienza
La mia esperienza ad Xfactor è stata importante per svariati motivi. I miei canali sui social sono in costante crescita tutt’oggi perché giovani ed adulti scoprono della mia esistenza grazie a quell’audizione, il video su youtube divenne virale già il primo mese superando il milione di visualizzazioni. Ai tempi, due anni fa, iniziai ad essere contattata da agenzie di booking e management e mi sono trasferita a Milano pochi mesi dopo.
Oggi mi trovo ancora a Milano e sto lavorando al mio primo album.
Altra cosa importante. I talent show sono impacchettati per essere più ‘show’ che ‘talent’ e vivendoli da dentro ti rendi conto di alcuni meccanismi per i quali ti disicanti. Più conosco esperti del settore e meno consiglio agli artisti indipendenti di confidare nel talent come possibile mezzo per ambire ad un salto di qualità. Ai tempi non desideravo particolarmente l’esperienza ad XFactor, fu una persona della redazione a cercarmi e
invogliarmi, mi notò sul web perché avevo già pubblicato il mio primo EP, ‘Tabù’.
Altri nostri lettori sono curiosi di sapere se hai in programma qualche brano interamente in lingua straniera per discostarti un po’ da questo rap game italiano
Assolutamente no, voglio essere una cantautrice e un paroliere di alto livello ed è in italiano che mi destreggio così egregiamente da essere realistica nell’avere così tanta ambizione. Non padroneggio così bene nessun’altra lingua, e vorrei avere un ruolo in questa fase del rap italiano in cui c’è stato un certo impoverimento lessicale.
Appunto parlando di “Rap Game”, hai dato tale nome a un tuo brano, ci sono artisti che stimi, magari anche emergenti in questo “rap Game” ?
In Italia stimo molti artisti indipendenti che non sono mai riusciti a far numeri tali da poter essere definiti ‘mainstream’, ad esempio En?gma, perché il pubblico italiano è stato abituato a prodotti intellettualmente banali. Per me certe canzoni ‘trap’ nella discografia più recente sono l’equivalente del film di genere ‘demenziale’ nella cinematografia. Stiamo un po’ degenerando…
Comunque, chi stimo di più avendo trovato il perfetto incontro tra la propria arte e ‘il pubblico giusto per lui’ è Caparezza. Poi a pari merito Salmo e Marracash.
Una domanda che siamo soliti a fare ogni volta che intervistiamo una Mc al femminile è la seguente : Esiste il maschilismo nel mondo del rap? Se si come si combatte ?
Il maschilismo nel rap esiste perché esiste nel mondo, se la tipa che passa scollata per strada fa pensare ad un uomo ‘che troione!’, il rap, che è il genere più libero e liberatorio che esista, avrà nei suoi testi la parola suddetta. Fortunatamente il rap può essere anche romantico ed introspettivo, e lì vengono ritratti personaggi femminili quasi angelici. Certi rapper sono dei poeti tali che sarebbe un affronto attribuire loro forme di maschilismo.
La stessa cosa accade dietro le quinte: ci sono degli uomini che nel mio primo progetto stanno investendo tempo, impegno, denaro, ci credono. ‘Sarai la prima rapper italiana che…”. Raramente incontro qualcuno che fa ragionamenti sulla rapper donna in Italia dicendo che ‘non ci sarà mai una che…” ecc ecc – io rido. Rido perché in Italia il rap ha preso piede così tanto in tempi recentissimi che è ovvio che nel 2019 si delineeranno personaggi femminili interessanti (tra cui il mio). Rido anche perché ha ragione ad essere un po’ prevenuto, a me di Baby k piacciono solo due canzoni dei tempi in cui rappava. Penso che se ci fossero state rapper/autrici italiane di maggiore levatura, si sarebbe già delineata una scena al femminile nel 2017. Il rap ha preso piede e secondo me il pubblico sta già aspettando queste donne…
ps. se non scrive i propri testi da sé, non è una rapper.
Ci chiedono di domandarti di raccontarci la genesi della canzone “Solido”
ho scritto “Solido” nella settimana in cui sistemai la tracklist della canzoni candidate all’album, ne ho estrapolate una decina, erano il triplo. Guardavo quella cartella piena di canzoni e mi sentivo forte – wow! scrivo tanto, scrivo bene, sono piena di idee, io voglio comprare una casa grazie alle mie idee! – e ho pensato al contrasto tra soldi liquidi e realtà solide. Lo dico chiaramente nell’intro della canzone “comprerò una casa che è una cosa molto solida, si!”.
Sono una persona sicura di me, lo sono diventata, nessuno nasce Forte.
Racconterò del percorso che ho fatto nella vita, nella mia musica, e proverò ad essere un esempio positivo, un simbolo di Forza.
Come ti vedi musicalmente tra 3 anni ?
Fra tre anni mi vedo in giro per l’italia a portare vibrazioni positive, immagino con una band che sarà anche una sorta di famiglia!
Ogni nostra intervista si conclude con una domanda extramusicale.
Ti vogliamo chiedere quale sia la tua più grande paura nella vita.
la mia paura più grande è di ritrovarmi in uno stato psicofisico in cui non sono più in grado di intendere e volere. Lo temo più della morte. Sono sostenitrice dell’eutanasia.
Saluta e ringrazia chi ritieni che meriti un tuo saluto.
Saluto Irene e Giorgia, siete Ispirazione. Stereocool e Loco che sono i miei due produttori più fidati. Lidia ed Olga per tutta la regia, Ale e Vale del Brickstudio, che fu la mia casa creando Tabù. Ringrazio Luigi e la ColorSound, Maurizio e Rosario per il management e Tommy Kuti per il nostro feat.