Ciao Dj Fastcut, ti ringraziamo per la tua disponibilità a rispondere a queste nostre domande. Ti informiamo fin da subito che i quesiti ai quali andrai a rispondere sono stati posti direttamente da tuoi fan e ascoltatori DP2!
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-La prima domanda però vuole fartela JD : Musicalmente il tuo nome ti precede, allora ti chiedo di raccontarci qualcosa che Valerio non ha ancora raccontato in nessuna intervista !
A livello discografico non sono ancora nessuno, però da quanto si può notare nel mio profilo Instagram o il mio Facebook, sono un persona a cui piace rendere tutti partecipi di quelle che sono le mie giornate al di fuori della musica. Mi sono reso conto negli anni che molti ragazzi vedono noi artisti come degli alieni, ma in realtà siamo proprio come voi; lavoro 8 ore al giorno, ho una casa, una moglie e due cani. Nella mia famiglia siamo barbieri dal 1940, io sono la terza generazione, all’inizio ero molto lento nel mio lavoro, dopo anni di impegno e studio sono diventato più rapido di mio padre e mio zio nel taglio; da qui è nata l’idea di chiamarmi FastCUT, nome legato al mio primo lavoro, ma anche ai tagli dei campioni e gli scratch. Credo siano le uniche cose che non ho mai detto di me.
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–Vlad Fassino Voleva chiederti Quanto tempo hai dedicato al progetto DP 2 ? Pensavi di metterci di meno ?
Ho iniziato a lavorare a DP2 pochissimi giorni dopo l’uscita del primo capitolo: ho avuto subito un ottimo riscontro, quindi al contrario di altri colleghi ho preferito cavalcare l’onda e cercare di tirare fuori un secondo album il prima possibile. Viste le tempistiche sapevo che non sarebbe stata facile, circa 6/7 mesi li ho impiegati a creare i beat, alcuni di questi poi cambiati durante la costruzione del progetto. Il restante anno e mezzo è passato aspettando le strofe degli mcs presenti; ad un certo punto però mi sono trovato con un numero scomodo, ovvero 19 brani per le mani. Ho pensato “o levo qualche brano o ne aggiungo altri e faccio un doppio album”, e cosi è stato, in due anni esatti ho completato I DUE ORDINI.
Ho iniziato a lavorare a DP2 pochissimi giorni dopo l’uscita del primo capitolo: ho avuto subito un ottimo riscontro, quindi al contrario di altri colleghi ho preferito cavalcare l’onda e cercare di tirare fuori un secondo album il prima possibile. Viste le tempistiche sapevo che non sarebbe stata facile, circa 6/7 mesi li ho impiegati a creare i beat, alcuni di questi poi cambiati durante la costruzione del progetto. Il restante anno e mezzo è passato aspettando le strofe degli mcs presenti; ad un certo punto però mi sono trovato con un numero scomodo, ovvero 19 brani per le mani. Ho pensato “o levo qualche brano o ne aggiungo altri e faccio un doppio album”, e cosi è stato, in due anni esatti ho completato I DUE ORDINI.
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–Andrea Portera Ti pone un quesito introspettivo chiedendoti se ti senti soddisfatto del risulto finale ?
Sono super soddisfatto del risultato finale e del riscontro che sto avendo, la gente apprezza l’importanza di portare avanti un determinato suono, diciamo “old school”. Essendo cresciuto negli anni ’90- ’00, quel genere musicalee che mi aveva cresciuto andare sempre più scomparendo, sostituito dalla crunk, la south, la club, fino alla trap. Il messaggio di DEAD POETS 2 è chiaro e credo che tutti gli ascoltatori lo abbiamo afferrato: siamo ancora capaci di fare rap come una volta e a distanza di venti anni la classe degli mcs non cambia. La gente ha apprezzato il mio lavoro e niente può ripagarmi più di questo.
Sono super soddisfatto del risultato finale e del riscontro che sto avendo, la gente apprezza l’importanza di portare avanti un determinato suono, diciamo “old school”. Essendo cresciuto negli anni ’90- ’00, quel genere musicalee che mi aveva cresciuto andare sempre più scomparendo, sostituito dalla crunk, la south, la club, fino alla trap. Il messaggio di DEAD POETS 2 è chiaro e credo che tutti gli ascoltatori lo abbiamo afferrato: siamo ancora capaci di fare rap come una volta e a distanza di venti anni la classe degli mcs non cambia. La gente ha apprezzato il mio lavoro e niente può ripagarmi più di questo.
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–Luca Abbruzzese Ci tiene a sapere quali siano state le più grosse difficoltà nel cammino che ha portato all’ uscita dei due cd.
Le più grosse difficoltà sono state decisamente i contatti con gli mcs e rispettare i loro tempi di consegna. Fortunatamente alcuni hanno apprezzato il lavoro precedente e quindi, felici della chiamata nella setta, si sono subito messi all’opera; altri hanno voluto riscrivere le strofe in seguito, altri addirittura le hanno volute rimuovere perché le ritenevano vecchie, a distanza di un anno. Per fortuna non ho avuto problemi con le produzioni, tutti gli mcs hanno gradito molto i beat assegnati e le scelte dei feat.
Le più grosse difficoltà sono state decisamente i contatti con gli mcs e rispettare i loro tempi di consegna. Fortunatamente alcuni hanno apprezzato il lavoro precedente e quindi, felici della chiamata nella setta, si sono subito messi all’opera; altri hanno voluto riscrivere le strofe in seguito, altri addirittura le hanno volute rimuovere perché le ritenevano vecchie, a distanza di un anno. Per fortuna non ho avuto problemi con le produzioni, tutti gli mcs hanno gradito molto i beat assegnati e le scelte dei feat.
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–Deco Barramista Chiede quali siano le sensazioni a sapere di aver prodotto il disco più bello dell’anno ma allo stesso tempo e purtroppo per la musica odierna, il meno compreso.
Non credo di aver prodotto il disco dell’anno, ma di aver prodotti i dischi per tutti gli anni che verranno. Dead Poets ha come punto di forza quello di portare avanti sonorità rap IMMORTALI, come i vecchi classici che ancora oggi – a distanza di 20 anni – ascoltiamo muovendo il collo avanti e indietro, con le drum cattive e gli scratch nei ritornelli. Le introduzioni dai film e tutto quello che immerge l’ascoltatore nel mondo sotterraneo della setta dei poeti estinti mi fa sentire parte integrante della scena rap, italiana e non. Ora ho preso coscienza del fatto che stiamo contribuendo veramente a salvare questa cultura, che va ben oltre l’indossare abiti firmati o collane di ghiaccio; so che ci stiamo muovendo nella giusta direzione e questo mi fa sentire ogni giorno sempre più carico ed intenzionato a tirare fuori molte cose nuove, classiche e non.
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–Zion Squad Cerca di entrare dentro alla tua testa e capire con quali criteri hai scelto gli ospiti di ogni traccia.
Ho scelto gli mcs in base a quella che è la loro attitudine verso la cultura hip hop e il rispetto per la musica rap, mcs che hanno scelto di intraprendere una strada per passione e non per convenienza momentanea. La scelta degli accostamenti è stata semplicemente gusto personale, in base a quello che conosco degli artisti presenti nel disco.
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–Davide Kyo Bazzo di domanda se “Poeti estinti” resterà un progetto che si ripresenterà ad episodi oppure qualcosa che si evolverà nel tempo andando a cambiare anche il nome stesso del progetto?
Dead Poets è una serie di album che mirano alla continuità di un preciso tipo di rap. Evoluzione in Dead Poets potrebbe esserci solo dal punto di vista di presenze delle guest. Non vedo infatti limiti alle persone da inserire nel progetto; in quanto a genere musicale però, rimarrà tale. Chi vorrà ascoltare cose nuove o produzioni più moderne dovrebbe aspettare l’album di Wiser Keegan, che sto interamente producendo con lui, da ben un anno e mezzo; oppure l’album che ho intenzione di produrre ai Poche Spanne, lì ci sarà sicuramente da divertirsi. Una cosa è certa, la saga NON FINISCE QUI.
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–Boatoman Fg si vuole togliere la curiosità nel sapere se i temi delle canzoni sono stati scelti insieme ai cantanti.
Ho preferito lasciare spazio agli mcs per la stesura dei testi: loro si sono fidati di me con le produzioni, io mi sono fidato di loro per le liriche, salvo alcuni brani. In alcuni casi ho infatti chiesto ad alcuni mcs di lavorare su un determinato argomento,come ad esempio nel brano con gli ATPC “ La risposta è si”; sapevo che solo loro avrebbero potuto affrontare un argomento simile, vista la loro lunghissima militanza sul campo. Salvo qualche piccola indicazione però, gli mcs hanno avuto carta bianca e credo che i beat li abbiano aiutati molto.
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-Stefano Davo vorrebbe capire come mai il beat di nuvole ha deciso di assegnarlo proprio a Madness e Inoki.
Volevo un Madness come lo conosco io non come tutti lo considerano, ovvero un rapper solo da punchline e skills. Michele lo conosco da molti anni e so cose che molte persone non sanno, non trovo giusto che la sua sensibilità nascosta non fosse apprezzata come la apprezzo io; lo rimprovero spesso dicendogli di affrontare argomenti più profondi, perchè è un grande mc. In questo brano ho voluto far vedere un lato nascosto di tutti e due i rapper. L’affiancare Inoki a Maddy è stata una scelta molto simile: Fabiano ne ha passate di tutti i colori nella sua vita, lo seguo da quando ero piccolo ed ora che l’ho conosciuto meglio come persona ho voluto fargli scrivere qualcosa di più sensibile, sopratutto dopo l’arrivo di Aela. Ero molto curioso di sentire il risultato. Lo ritengo uno dei feat più azzeccati che abbia mai prodotto e li ringrazio entrambi di avermi dato un brano immortale.
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Domanda extramusicale :
-i Prodotti biologici sono realmente tali ?
E che cazzo ne so bro (ride)! Da quello che ci dicono dovrebbero esserlo, ma di certo non sono io a poterti dare questa risposta. Sicuro l’erba che fumo è bio.
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-Come ultimo atto di questa nostro viaggio JD ti chiede di salutare e ringraziare tutti coloro che ritieni che meritino un tuo saluto !!
Le persone da ringraziare sono poche. La prima è mia moglie, ha subito ogni genere di abbandono, intere serata da sola sul divano, mentre lavoravo all’album, e svariati week end da sola mentre ero in tour; però è sempre stata la persona che più ha creduto nel progetto e che più di tutti mi è stata vicina in momenti di stanchezza, tristezza e stress incalcolabili. Mio padre, che ho abbandonato svariati giorni e svariati week end al lavoro, da solo, per portare avanti il disco; ma nonostante tutto era sempre pronto ad aiutarmi con gli arrangiamenti, in quanto anche lui musicista fenomenale. Lo trovate infatti in due brani, “Eredi Maledetti” con Wiser e Tmhh e “ Il secondo verso ” con Wiser, Mask e William Pascal. Ultimi ma non ultimi i miei fratelli,amici e soci: Sgravo, col quale condivido palchi e musica da 15 anni, al quale ho affidato un master da effettuare in fretta e furia per alcuni problemi che ci sono stati verso la conclusione del lavoro; Wiser, che ha visto nascere e crescere l’album tra le mille difficoltà, e nonostante la sua giovane età ha sempre avuto le giuste parole di conforto e i consigli per aiutarmi ad affrontare al meglio tutto il progetto.
Il resto dei ringraziamenti vanno a tutti gli mcs che hanno creduto in Dead Peots e non hanno snobbato il progetto ,ma sopratutto alla Glory Hole Records per aver creduto in me dal primo giorno come anche Danno, Claver Gold e altre guest che si sono messe in gioco prim’ancora che il tutto prendesse forma. In tutto questo voglio ricordare a tutti che il progetto DEAD POETS non sarebbe mai nato se non fosse stato per un amico che al tempo seguiva molto i miei lavori, che mi ha dato consigli tra i più importanti, che porterò con me per la vita, che mi ha aiutato ad affrontare un lavoro durissimo con la giusta determinazione e le giuste scelte. Ti sarò grato per sempre, rest in pace David aka PRIMO BROWN.