Nico Castro è un giovane breaker 24enne proveniente da San Diego, California, USA. Vede nella sua passione un modo per condividere e riuscire ad emergere! È ciò che ti rende te stesso!
Ecco come ha risposto ad alcune domande che gli ho posto.
Cosa diresti a persone o ragazzi che vogliono iniziare a ballare?
Per le persone che vogliono iniziare a ballare, consiglio di farlo per loro stessi e non per cercare approvazione da parte di altri. Molte volte le persone sono inspirate e invogliate ad iniziare ballare per divertirsi e sentirsi bene. Se è questo il caso, consiglio di continuare senza mollare, perché l’amore e la voglia di sentirsi bene è la base per scappare, per qualche istante, dalla routine della propria vita e sentirsi liberi, senza pensieri.
Come hai iniziato a ballare?
Ho iniziato a ballare nel 2008, all’età di 12 anni. Ho conosciuto gli elementi della cultura Hip-Hop quando avevo 9 anni, quando mio cugino guardava i film di ballo che andavano di moda e alcuni show hip hop. Ho anche avuto un cugino che aveva dei piatti da Dj e, senza rendermene conto, mi sono ritrovato a scratchare i dischi.
Dopo alcuni cambiamenti inaspettati in famiglia e nella mia vita, mi sono trasferito in una nuova città, San Diego.
Essendo nuovo nella mia scuola ho dovuto faticare per inserirmi; per puro caso sentii un compagno che parlava di breakdance. Con la mia piccola esperienza gli dissi che sapevo di cosa stesse parlando, così dopo la scuola ho atteso per mostrargli cosa sapevo fare. Iniziai a ballare breakdance per ricevere attenzioni dalla mia famiglia che, fino a quel momento, con i vari problemi avuti, me ne dava poche. Così iniziai ad allenarmi ogni singolo giorno dopo la scuola.
Imparando mossa dopo mossa, diventai ossessionato dai progressi. Iniziai a ricercare informazioni sulla cultura e sullo stile di vita diventando così molto interessato. La mia voglia di emergere ed essere al top nella scena era diventato il mio obiettivo. Così continuai ad allenarmi.
Perché proprio la Breakdance?
Mi sono innamorato della breakdance per i valori che essa racchiude. È come prendere qualcosa che già esiste e renderlo tuo, personale. Quando io iniziai provavo a seguire le altre persone e mi rendevo conto che molti davano la loro vita per scontata, quando invece avevano molte opportunità.
“Si ha ciò che si dà” una frase che mi disse un mio insegnante.
La breakdance mi diede lo spazio di cui avevo bisogno. Non c’erano adulti che mi dicessero come, quando o dove allenarmi. Se fallivo era colpa mia. Se avevo successo rimanevo umile e continuavo a provare.
Quante ore dedichi al tuo allenamento?
Il mio programma di allenamento è variato molte volte. Al momento mi alleno fisicamente per 2-3 ore al giorno. Inizio con il cardio e meditazione durante la mattinata, mentre un esercizio più mirato e incentrato sul fisico il pomeriggio o la sera.
Quando non mi alleno, mi concentro su tutte le altre aree di questo stile di vita: insegnamento, marketing, djing, allenamento mentale e ricerco modi sempre diversi per “allenare” l’allenamento.
Quale è il tuo obiettivo?
Vorrei utilizzare la mia storia per raggiungere i vari obiettivi che mi sono posto. Questi obiettivi spaziano in questo ambito:
– Vorrei diventare un breaker professionista, raggiungere i livelli più alti.
– Vorrei aiutare negli allenamenti ballerini, artisti e atleti che vogliono raggiungere alti livelli nei loro vari settori.
– Dirigere e realizzare progetti per musicisti, creativi moderni, imprenditori nell’urban culture.
– Divertirmi, svilupparmi, avere una famiglia, ballare!
Ascolti il rap italiano?
Al momento non ho mai ascoltato il rap italiano. Tuttavia ho tenuto dei workshop ad Arezzo nel 2018 e per divertimento, con alcuni bboy, abbiamo improvvisato un rap cypher.
Quale è il tuo genere preferito?
Come amante della musica e come dj sono sempre alla ricerca di suoni diversi. Amo ogni canzone che ha una storia da raccontare, partendo dagli strumenti utilizzati, fino ad arrivare alla voce. Naturalmente i grandi classici, le perle attuali e gli innovatori attraggono la mia attenzione.
Fai parte di una crew?
Ho fatto e faccio parte di diverse crew sia nel mondo della danza che fuori.
– La crew della mia casa, Uncomfortably Fresh, con base a San Diego, dove ho gettato le basi per iniziare a ballare e dove sono cresciuto.
– Killafornia Crew, una crew che comprende grandi bboy in tutto il mondo che hanno avuto un grande impatto storico.
– Underground Flow, una crew che ha influenzato la scena della breakdance attraverso i suoi valori come la famiglia, la spiritualità, creando un proprio sentiero.
– Flavre Springs, un gruppo di dj, producers e amici con cui sono cresciuto dai 13 anni. Facciamo performance, show, condividiamo settimanalmente mix e promuoviamo artisti emergenti.
– The Crossroadz, una piattaforma che diriggo con Kevin Kai Goh dove si curano contenuti per l’educazione, artistici e atletici.
Dove ti vedi in futuro?
Nel futuro, vedo me stesso più o meno come adesso, che faccio le stesse cose, ma ad un livello più elevato. Allenamenti, contest, un budget migliore, delle skill più complicate e la continua ricerca di un modo per migliorare.
Cosa è per te la danza?
La danza è parte delle fondamenta che mi rendono unico. Non mi concentro sulle mosse che mi offre, ma su tutti quei movimenti naturali che posso fare.
Si tratta di visualizzare la musica e i suoni che può avere ogni passo. Permette ai nostri corpi di esprimere ciò che sentiamo nella nostra mente e nel nostro cuore in tempi di vittoria e angoscia.
È divertimento!
Vuoi ringraziare e/o salutare qualcuno in particolare?
Intanto grazie per queste domande e questa opportunità. Volevo ringraziare la mia ragazza, Tiyana, la mia famiglia e tutte le crew di cui faccio parte che mi hanno dato tanto supporto e amore incondizionato! Sono sempre stati onesti con me in tutti i miei progetti! Glie ne sono grato!
Articolo a cura di Giulio Vinci!